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La Prima commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Francesco Filipponi, è tornata a riunirsi oggi pomeriggio per approvare, con il voto dei 5 commissari di maggioranza, il disegno di legge “Disposizioni in materia di tributi regionali” di iniziativa della Giunta regionale. Durante la discussione dell’atto i commissari di minoranza sono usciti dalla Commissione e non hanno preso parte al voto. Prima dell’approvazione dell’intero atto sono stati respinti tre emendamenti presentati da Laura Pernazza (FI) che chiedevano l’abrogazione di tre articoli del provvedimento.

L’atto è stato illustrato ai commissari dall’assessore Tommaso Bori, che è anche vicepresidente della Giunta, e dal direttore regionale Luigi Rossetti. Per Bori il disegno di legge arriva dopo un’operazione verità che, grazie al lavoro di un advisor esterno, ha evidenziato 243 milioni di rosse nelle 4 aziende sanitarie umbre. Nonostante la  compensazione della gestione sanitaria accentrata di 153 milioni di euro, si arriva ad un buco di 90 milioni di euro. A questo si sommano i tagli del Governo centrale e l’aumento esponenziale della mobilità passiva. Secondo Bori tutto questo ha posto la Giunta nell’obbligo di agire, per evitare il rischio commissariamento. Con questo disegno di legge si aumenta già dal 2025 l’addizionale regionale Irpef, ma non per i redditi fino a 15mila euro. Negli altri scaglioni si arriverà all’1,95% fino a 28mila euro, al 2,05 fino a 50mila e a 2,1 oltre i 50mila. Dal 2026 l’Irap aumenterà dello 0,5%, mentre il bollo auto salirà del 10% escluse le categorie esenti.

Nel corso degli interventi i consiglieri di opposizione hanno chiesto che venisse fornita la relazione della società esterna che, secondo loro, è alla base del disegno di legge della Giunta, senza la quale non sarebbe stato possibile discutere l’atto. Non avendo avuto risposta nel corso del dibattito, hanno deciso di abbandonare la seduta della Commissione. I consiglieri di maggioranza hanno sottolineato il coraggio della Giunta nell’affrontare il disavanzo sanitario, senza nascondere il problema. L’obiettivo dell’Esecutivo è quello di mettere in sicurezza il sistema Umbria, cercando di minimizzare l’impatto della manovra per le fasce più deboli della popolazione.

Al termine dei lavori l’assessore Bori ha detto che se l’opposizione non avesse abbandonato la seduta ci sarebbe stata la disponibilità a collegarsi da parte della direttrice regionale alla Salute, Daniela Donetti, per rendere disponibile il documento che i consiglieri di minoranza avevano chiesto.

 

Delibera aumento tasse in Commissione: l’opposizione lascia l’Aula

I consiglieri di opposizione hanno abbandonato la seduta pomeridiana della Prima commissione avente per oggetto la delibera relativa all’aumento delle tasse annunciata dall’Esecutivo regionale, lamentando una “mancanza totale di trasparenza da parte della Giunta regionale su un tema che cambierà la vita degli umbri”.

“In apertura dei lavori di commissione – scrivono in una nota congiunta tutti i consiglieri di opposizione – abbiamo chiesto che la seduta fosse resa pubblica cosicché i cittadini potessero assistere alla discussione di una manovra finanziaria che non ha precedenti negli ultimi venticinque anni e che comprometterà il futuro di famiglie e imprese umbre, ma la maggioranza ha rigettato la nostra proposta. Dopo aver ascoltato l’intervento del segretario del Pd Tommaso Bori, che si è limitato a un sermone meramente politico che nulla ha a che vedere con il ruolo istituzionale che ricopre, peraltro dando prova di non conoscere neppure il linguaggio tecnico adeguato dato che ha parlato di ‘ammanco’ e non di ‘deficit’, abbiamo chiesto che l’Assessore si attenesse al tema della Commissione e illustrasse la delibera di Giunta che sancisce l’aumento delle tasse ai danni degli umbri. Una richiesta che il Vice Presidente Bori non è stato in grado di adempiere, tanto che in suo supporto è dovuto intervenire il Direttore regionale. Basterebbe già questo per comprendere la totale incompetenza amministrativa di questa Giunta, ma quando si tratta di campo extra-large, non c’è limite al peggio. Abbiamo chiesto reiteratamente di poter mettere a disposizione del Consiglio regionale il report commissionato a una società privata e pagato con i soldi dei cittadini, che, stando a quanto dichiarato a mezzo stampa nei giorni scorsi da esponenti del Governo regionale, sarebbe stato propedeutico all’atto di Giunta. Era imprescindibile, in nome della trasparenza che tanto sbandierano a sinistra, che la Giunta fornisse, prima ancora di avviare il dibattito, i dati dettagliati raccolti dal soggetto terzo che avrebbe dovuto verificare i conti del bilancio sanitario regionale. Davanti alla domanda diretta rivolta all’Assessore se intendesse fornirci il report, non ha neppure saputo rispondere ‘sì’ o ‘no’, rimanendo in un imbarazzante silenzio che ha lasciato quasi intendere che non esista alcun report. Avremmo anche voluto sapere dall’Assessore quale sia l’azienda privata che ha eseguito il controllo e con quale atto sia stato conferito l’incarico, dato che, nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti inoltrata la scorsa settimana, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ma anche in merito a questo, il silenzio più totale. La maggioranza ha continuato a giustificare di dover mettere le mani nelle tasche degli umbri parlando di un fantomatico commissariamento della sanità, pertanto abbiamo chiesto di fornire l’atto ministeriale che dimostra certe assurde illazioni. Ovviamente anche in questo caso dalla Giunta non è arrivato altro che silenzio. Quella che la Giunta intende mettere in atto è una manovra finanziaria che stravolgerà la vita degli umbri andando a gravare su equilibri già precari di famiglie e imprese, e gli amministratori regionali la stanno gestendo con una superficialità vergognosa, senza neppure coinvolgere preventivamente tutti i soggetti portatori di interesse. Abbiamo allora chiesto di verbalizzare la nostra richiesta di indire un ciclo di audizioni in commissione così da poter ascoltare sindacati e parti sociali. Davanti al dilettantismo arrogante di questa maggioranza che ci ha impedito di visionare i documenti che avrebbero consentito di avviare un dibattito serio, abbiamo deciso di lasciare la Commissione, perché il futuro degli umbri merita rispetto e non è ammissibile affrontare un tema tanto complesso e delicato con tanta approssimazione”.

“La scelta meno comoda e certamente dolorosa, è quella di assumersi la responsabilità di varare una manovra fiscale che altri avrebbero dovuto fare prima”. Nota dei gruppi di maggioranza.

“Davanti ai numeri oggettivi e drammatici presentati oggi dalla giunta regionale in Commissione consiliare, la minoranza di destra ha deciso di evitare il confronto e abbandonare l’aula, dimostrando ancora una volta di avere la coda di paglia rispetto all’enorme deficit strutturale nei conti della sanità creato negli ultimi cinque anni”. Lo affermano in una nota i gruppi di maggioranza (Pd, Avs, M5s, Umbria domani-Proietti presidente).

“Deficit già noto – sottolineano i capigruppo dei partiti di maggioranza – in primis all’ex assessore Coletto, che lo ha ribadito anche in questi giorni dopo averlo già denunciato nel 2022, e oggi verificato dalla due diligence condotta da una società internazionale di primissimo piano”.

“Come gruppi di maggioranza – prosegue la nota – di fronte alla gravità del quadro presentato, e considerando anche i pesantissimi tagli del governo nazionale (40 milioni nei prossimi tre anni), abbiamo rimarcato la necessità di non mettere la testa sotto la sabbia. Potremmo, infatti, non intervenire e aspettare i provvedimenti del Mef, che porterebbero però ineludibilmente alla nomina di un commissario ad acta e quindi all’automatismo dell’incremento massimo di tutte le aliquote. Questa scelta, seppure molto più facile per una giunta e una maggioranza appena insediate, penalizzerebbe pesantemente le fasce più deboli della nostra comunità e le imprese, compromettendo i servizi alle persone, bloccando le assunzioni di nuovo personale sanitario e condannando la nostra sanità pubblica ad un ulteriore declino”.

“Al contrario, la scelta meno comoda e certamente dolorosa, è quella di assumersi la responsabilità di varare una manovra fiscale che altri avrebbero dovuto fare prima. Di farlo attraverso un serio percorso di partecipazione, partito stamattina con le sigle sindacali e che continuerà nei prossimi giorni con le associazioni di categoria e gli amministratori locali. Di farlo con il chiaro obiettivo di tutelare le fasce più deboli della popolazione e restituire all’Umbria un servizio sanitario pubblico che sia davvero universale ed efficiente”.

“In ogni caso – concludono i gruppi di maggioranza – quella presentata oggi in commissione è soltanto una proposta, che potrà essere modificata e migliorata nelle prossime settimane, anche con il contributo della minoranza, se deciderà di avere un approccio più serio ed istituzionale di fronte a temi estremamente delicati per la vita delle persone”.