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Di fronte al certo commissariamento a causa del grave squilibrio emerso dai conti della sanità, la Giunta regionale dell’Umbria, nella seduta straordinaria di questa mattina, ha proposto un disegno di legge da portare all’esame dell’Assemblea legislativa, per scongiurare, pur nella ristrettezza dei tempi, che questo disastroso scenario si concretizzi”: lo annuncia un comunicato dell’ente.

“Il commissariamento, come è noto – prosegue il comunicato – porterebbe a un aumento massimale ed indiscriminato di tutte le aliquote fiscali per tutte le fasce di reddito, a un incremento del ticket sanitario e a una riduzione dei servizi. Per evitare tale situazione, l’esecutivo di Palazzo Donini ha proposto l’avvio di un iter legislativo che porta a rivedere in maniera progressiva e non indiscriminata le aliquote fiscali, salvaguardando le categorie più deboli di cittadini e famiglie con redditi bassi che non subiranno alcun aumento. A titolo indicativo, per coloro che hanno un reddito fino a 15mila euro tutto resterà invariato. Per lo scaglione da 15.000 a 28.000 l’aliquota sull’addizionale Irpef passerà all’1,95, per coloro che percepiscono un reddito più alto, da 28 mila a 50 mila, l’aliquota sarà del 2,05, mentre sarà del 2,1 per lo scaglione più alto, quello superiore a 50 mila. Nessuna aliquota toccherà il massimo livello come invece accadrebbe se l’amministrazione regionale rimanesse inerte di fronte allo scenario che si è palesato”.

“A partire dall’anno prossimo – spiega la Giunta – l’aliquota Irap subirà un aumento dello 0,5 solo per alcune categorie, mentre il bollo auto del 10 per cento escluse le categorie esenti. E’ una scelta difficilissima ed emergenziale, che abbiamo cercato di mantenere più equa possibile che tiene conto delle condizioni economiche dei cittadini, un ritocco delle aliquote che non colpisce indiscriminatamente tutti ma tutela le categorie più fragili, e soprattutto scongiura l’aliquote massimale. Si tratta nelle proiezioni di lievi aumenti che incideranno maggiormente su chi ha di più, e sensibilmente su famiglie e cittadini con redditi medi e che comunque verranno in larga parte neutralizzati da misure a sostegno delle famiglie, in particolare nei servizi dedicati alle famiglie, ai più fragili e ai giovani”.

“Una manovra che questa Giunta – si sottolinea – non avrebbe mai voluto fare se non avesse ereditato dalla precedente amministrazione una situazione dei conti in sanità disastrosa e già nota alla precedente Giunta ma diventata insostenibile anche per effetto dei tagli del governo alla spesa pubblica. La strada, purtroppo, è obbligata di fronte a un pesante disavanzo delle quattro aziende sanitarie, con un deficit strutturale negli ultimi cinque anni a cui si aggiunge il taglio lineare del Governo di 40 milioni dei trasferimenti alla Regione nel prossimo triennio. Siamo certi che la nostra comunità umbra comprenderà una scelta coraggiosa, unica possibile e indispensabile per evitare le conseguenze ben più gravi di un commissariamento, che comprenderebbe comunque l’innalzamento delle aliquote fiscali al massimo, quindi preleverebbe un maggiore gettito dalle tasche dei cittadini”.

“Solo così – si spiega – potremo rimettere a posto i conti dell’ente e potremo garantire un sistema sanitario pubblico con finalmente maggiori risorse strutturali, su cui abbiamo cominciato a lavorare da subito affinché la sanità pubblica umbra torni ad essere efficiente, accessibile e di alta qualità. Siamo certi di poterlo fare perché l’Umbria pur avendo un sistema molto capillare, è una regione in cui, ripartendo con conti in equilibrio, ci sono ampi margini di miglioramento”.

“Vogliamo rivolgere un sentito ringraziamento – conclude il comunciato – agli uffici regionali, ai direttori dirigenti e collaboratori che non si sono risparmiati e si sono prodigati strenuamente in queste ore, con enorme impegno e professionalità per elaborare seguendo il nostro indirizzo politico, una proposta il più possibile equa e sostenibile per i cittadini”. (ANSA)

 

Sanità, assessore Barcaioli: “La manovra da 90 milioni tutela la sanità umbra senza pesare su chi ha meno”

La Giunta regionale ha approvato una manovra da 90 milioni di euro per coprire il disavanzo sanitario dell’Umbria ed evitare il commissariamento, scongiurando così l’aumento indiscriminato delle aliquote fiscali e dei ticket sanitari. Un intervento necessario per garantire stabilità finanziaria al sistema sanitario umbro e migliorare i servizi senza gravare sulle fasce più deboli della popolazione.

“Abbiamo ereditato una situazione di bilancio insostenibile – spiega l’assessore regionale al Welfare, Fabio Barcaioli – e la presidente Proietti ha più volte sottolineato come questa manovra, seppur sofferta, sia stata l’unica strada possibile per proteggere i cittadini da un intervento drastico dello Stato. Abbiamo lavorato affinché il risanamento avvenisse in modo progressivo e sostenibile, evitando di colpire le fasce di reddito più basse e garantendo l’equità sociale”.

Barcaioli chiarisce come la revisione dell’addizionale Irpef sia stata calibrata con attenzione: “Chi ha un reddito fino a 15mila euro non pagherà un centesimo in più, mentre per chi si trova nella fascia tra 16mila e 20mila euro l’incremento sarà estremamente contenuto: circa 1,60 euro al mese per chi guadagna 16mila euro, circa 4,90 euro per chi ne percepisce 18mila e circa 8,10 euro per chi ha un reddito di 20mila euro. Cifre che dimostrano chiaramente come l’aumento sia sostenibile e distribuito in modo equo”.

“Abbiamo voluto con forza salvaguardare un principio chiaro – prosegue Barcaioli – ovvero che chi ha meno non deve farsi carico di errori passati. Le fasce più povere non pagano il risanamento della sanità, anzi, potranno beneficiare di un miglioramento dei servizi senza subirne il peso economico. Questa è un’operazione di responsabilità che tutela il diritto alla salute di tutti i cittadini umbri”.

“L’alternativa sarebbe stata il commissariamento, con un incremento generalizzato delle aliquote e una riduzione dei servizi, scenario che la Regione ha evitato grazie a una gestione attenta e ponderata. – conclude Barcaioli – Il sistema sanitario pubblico va difeso con scelte responsabili e lungimiranti”.

La Presidente e gli assessori ringraziano con riconoscenza gli uffici regionali per il lavoro svolto con dedizione e competenza, che ha reso possibile un’elaborazione sostenibile della proposta.

 

Bianca Maria Tagliaferri (Umbria domani-Proietti presidente): “La sanità umbra è in una situazione critica, con un disavanzo di gestione delle quattro aziende sanitarie di 243 milioni di euro”

“La sanità umbra è in una situazione critica, con un disavanzo di gestione delle quattro aziende sanitarie di 243 milioni di euro, solo in parte colmato dalla gestione sanitaria centrale. Non si può ignorare questo dato, che è oggettivo, e bisogna superare l’empasse della passata gestione nell’affrontare seriamente le difficoltà economiche del settore”, è quanto Bianca Maria Tagliaferri (Umbria domani-Proietti presidente) secondo la quale “la mancata approvazione del Piano sanitario, nonostante fosse pronto, come sostenuto dall’ex assessore Coletto, ha impedito alle aziende sanitarie di risanare i conti e di migliorare la qualità dei servizi”.

“L’assenza di un piano strutturato – osserva – ha determinato il persistere di problemi gravi, come le lunghe liste d’attesa e l’emorragia di medici e personale sanitario. È fondamentale ripartire da un nuovo Piano sanitario che possa finalmente mettere in ordine i conti, garantire una sanità più efficiente e rispondere alle necessità dei cittadini umbri”.

“Il gruppo Umbria Domani – conclude – si impegna a lavorare per attuare le riforme necessarie, partendo da un’analisi approfondita e da un impegno concreto per la sostenibilità e la qualità del sistema sanitario regionale”.

Luca Simonetti (capogruppo M5S): “Sanità umbra: l’ex assessore Coletto certifica il debito creato dal centrodestra e sconfessa i suoi ex amici di partito”

“L’ex assessore Coletto smentisce ed entra a gamba tesa contro il centrodestra umbro. Parole che vanno contro i suoi colleghi, affermando che il debito c’è, un debito che ci porta verso il commissariamento. Cade così il castello di bugie che stanno costruendo in queste ore. Cinque anni di disastrose politiche del centrodestra hanno portato alla voragine sui conti della sanità che adesso la Giunta Regionale si trova ad affrontare per scongiurare il peggio”, è quanto scrive, in una nota, il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Luca Simonetti.

“Noi, adesso – osserva – dobbiamo riparare quanto fatto dalla giunta Tesei, o meglio quanto non ha fatto. Con la scellerata gestione del centrodestra oggi l’Umbria rischia il collasso sanitario. Solo per i costi relativi al saldo della mobilità passiva, cioè il flusso di fondi in uscita per la compensazione di prestazioni erogate a propri assistiti che sono andati a curarsi fuori dall’Umbria, abbiamo bruciato in cinque anni oltre 110 milioni di euro. Soldi che sarebbero stati sufficienti a garantire la costruzione del nuovo ospedale di Narni-Amelia e assumere oltre 40 infermieri”.

Per Simonetti si tratta di “una catastrofe senza precedenti per la nostra regione, un disastro tenuto nascosto per 5 anni che ci ha fatto perdere risorse che avrebbero potuto garantire servizi per i cittadini umbri. Le stesse dichiarazioni di Coletto apparse oggi su organi di stampa locale ci fanno capire il caos che l’amministrazione regionale ha affrontato in questi 5 anni. La mancanza di una visione politica, una continua lotta di potere interna e una capacità di governo approssimativa oggi hanno portato l’Umbria sull’orlo del commissariamento”.

“La cosa più clamorosa e svilente, oggi – continua il capogruppo pentastellato – non è tanto constatare il fallimento, conclamato da enti pubblici oltre che da eminenti istituti di fama internazionale, quanto vedere le reazioni scomposte e gli attacchi isterici dei rappresentanti del centrodestra. Non avrebbero dovuto far altro che scusarsi con gli umbri e ammettere il fallimento. Oggi – conclude Simonetti – la presidente e la maggioranza stanno lavorando per restituire la sanità pubblica a questa terra. Il percorso non è semplice, ma l’impegno è costante”.

Nota dei gruppi di opposizione: “Altro che liste d’attesa azzerate, la sinistra extra large approva una stangata da 322 milioni di euro che metterà in ginocchio l’economia umbra”

“Un vero e proprio salasso si abbatterà sugli umbri con l’aumento di IRPEF, IRAP e bollo auto voluto dalla sinistra extralarge. Un incremento della pressione fiscale senza precedenti che graverà su famiglie e imprese per ben 322 milioni di euro, imponendo a ogni cittadino un aumento di oltre 500 euro di tasse in più. Un colpo durissimo che metterà in ginocchio l’economia della regione, colpendo indiscriminatamente cittadini, lavoratori e aziende”, è quanto scrivono i consiglieri regionali di opposizione: Paola Agabiti (Fratelli d’Italia), Nilo Arcudi (Tesei Presidente-Umbria civica), Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Enrico Melasecche (Lega), Eleonora Pace (Fratelli d’Italia), Laura Pernazza e Andrea Romizi (Forza Italia), Donatella Tesei (Lega)

“La sinistra – aggiungono – dimostra ancora una volta il suo vero volto: quello di un governo regionale che, con la sua politica del tassa e spendi, mette le mani nelle tasche degli umbri. La loro manovra fiscale è al limite del prelievo forzoso e dimostra chiaramente come l’unico obiettivo sia garantire equilibri interni a una maggioranza extralarge, piuttosto che il bene della comunità. Quando siamo stati noi al governo regionale – ricordano gli esponenti dell’opposizione – non abbiamo aumentato di un centesimo la pressione fiscale. Eppure, abbiamo dovuto affrontare situazioni debitorie pesantissime ereditate proprio dal centrosinistra: dai bilanci in crisi della Provincia di Perugia, alle criticità del trasporto pubblico locale, fino alle difficoltà delle comunità montane. A queste difficoltà si è aggiunta la pandemia, un evento epocale che ha pesato in maniera oggettiva sulla gestione della pubblica amministrazione, altro che relazioni sventolate ad hoc per giustificare una stangata fiscale del genere con lo spauracchio del commissariamento. Commissariamento che, guarda caso, non viene mai preso in considerazione nella delibera approvata dal centrosinistra per giustificare la stangata. A conferma di una vera messa in scena orchestrata ad arte per ingannare gli umbri che è già stata smascherata. Ora saremo noi a mettere in atto un’operazione verità per vedere da vicino l’operato dei primi tre mesi della sinistra al governo”.

“Noi responsabili, la sinistra no. Debiti ereditati, pandemia. Nonostante tutto – sottolineano -, non abbiamo caricato il peso sulle spalle degli umbri. Anzi, abbiamo restituito 30 milioni di euro alle famiglie attraverso agevolazioni e sostegni concreti, senza mai ricorrere a nuove tasse. Così come abbiamo sostenuto la crescita delle imprese umbre. Abbiamo razionalizzato le spese, tagliato sprechi e cercato risorse in Europa per garantire un bilancio sano e sostenibile. Questa scelta del centrosinistra è ancora più grave perché la loro stessa manovra dimostra che non c’è alcuna emergenza finanziaria. Infatti, parte di questa stangata fiscale scatterà solo il prossimo anno, segno evidente che il quadro economico regionale non richiede misure straordinarie immediate. Inoltre, la narrazione dei presunti tagli governativi è una menzogna: lo Stato invierà in Umbria ben 47,5 milioni di euro per la sanità quest’anno e 76 milioni nel prossimo. Ammesso e non concesso che manchino all’appello i fantomatici 90 milioni che il centrosinistra continua a sbandierare senza alcuna certificazione istituzionale, quale sarebbe la necessità di una manovra così punitiva da 322 milioni di euro? La verità è una sola: queste tasse in più non servono a salvare i conti pubblici, ma a mantenere in piedi un governo regionale che si regge sul motto tassa e spendi”.

“Basta bugie, basta tasse: gli umbri non sono un bancomat. La messa in scena è finita. Il centrosinistra – concludono i consiglieri di opposizione – vuole far pagare ai cittadini il prezzo dei suoi equilibri interni, ma noi non lo permetteremo”.