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Si sta svolgendo un gran dibattito su come mettere un freno allo svuotamento del centro cittadino fatto di serrande abbassate e degrado che avanza. L’amministrazione è ondivaga tra promesse di abbassamento delle tasse e propositi trumpiani di sanzioni e multe da dare ai proprietari degli immobili. Fatto sta che nessuno alza un po’ più lo sguardo per cercare di capire perché lo stato delle cose è questo.

Terni è una città che sta perdendo da anni reddito e popolazione. Dal 2013, in cui la popolazione ammontava a 112.227 abitanti, oggi siamo arrivati a 106.436, perdendo 6000 abitanti. Il centro di Terni allora era descritto come il più grande centro commerciale all’aria aperta del centro Italia. Oggi, per quanto riguarda il reddito pro capite, con 19.957 euro Terni è scivolata al 69° posto in Italia e abbiamo il record di serrande abbassate e locali chiusi.

A fronte di questi dati la politica dell’amministrazione comunale è stata quella di aumentare le superfici di vendita commerciale fuori dal centro. Dopo che il Palazzetto dello Sport si è rivelato una scatola vuota usata come “scusa” per autorizzare un nuovo insediamento commerciale, un altro è stato autorizzato recentemente a Maratta, un altro nuovo in via del Centenario, e lo scellerato progetto Stadio-clinica altro non è che un’ulteriore cementificazione a scapito della sanità pubblica, finanziata anche con il raddoppio della superficie commerciale in quell’area. Quindi questa amministrazione di chi fa gli interessi? Della salvaguardia dell’identità e della vivibilità del centro cittadino o di chi fa affari, tra cui lo stesso sindaco in prima persona con le sue imprese?

Il rilancio del centro storico è legato alla sua attrattività complessiva, dall’esistenza di una programmata attività culturale, dalla pluralità di funzioni che esercita, dalla ricchezza della vita associativa che vi si svolge. Tutto questo è completamente fuori dall’orizzonte di questa Giunta Municipale, che annuncia da mesi un ritorno di facoltà universitarie al centro, senza che accada nulla, che lascia nell’abbandono beni pubblici come Palazzo Primavera, la Chiesa di San Tommaso, la ex Foresteria, la Chiesa del Carmine. Anzi, si porta via dal centro città il Conservatorio “Briccialdi”. Il fine lavori del Verdi sembra essere mai. Riempiono il centro città di improbabili baracchette di simil legno e con una ruota panoramica dal costo dei biglietti esorbitante, la cui ricaduta in termini di richiamo è stata pari a zero. Non c’è alcuna strategia ragionata per il centro, come per tutti gli altri aspetti fondamentali della vita della città e non potrebbe essere altrimenti visto che questa Giunta punta a svendere patrimonio pubblico, a privatizzare servizi e a vivere di annunci estemporanei, di norma irrealizzati.

Emiliano Listanti – Segretario Comunale Sinistra Italiana Terni