
“Nei progetti Pnrr per le residenze universitarie, l’Umbria non esiste. Non una riga, non un investimento, non una prospettiva. È la conseguenza diretta di una gestione miope e arrendevole della vecchia giunta, che ha lasciato il nostro territorio ai margini delle politiche nazionali. E ogni giorno, man mano che scaviamo tra le carte ereditate, scopriamo nuovi buchi, nuove occasioni mancate, nuovi danni. L’esclusione di Perugia e Terni dal piano di finanziamenti per gli alloggi universitari è solo l’ultima, ennesima, conferma di un’eredità che pesa come un macigno”. Così Fabio Barcaioli, assessore regionale all’Istruzione, commenta i dati allarmanti del report “È tutto sbagliato, il Pnrr sta fallendo”, presentato oggi a Roma dall’Unione degli Universitari.
Secondo il dossier, a fronte dell’obiettivo di 60.000 nuovi posti letto da raggiungere entro giugno 2026, il Ministero ha finora autorizzato appena 11.623 unità. Numeri del tutto insufficienti, che si inseriscono in un quadro già poco piacevole. Su 900.000 studenti fuori sede, quelli che oggi hanno accesso a un alloggio pubblico sono solo il 5%. L’Umbria, con i suoi 13.500 universitari non residenti e appena 1.350 posti letto disponibili, e una copertura solo del 10%, doveva essere in prima linea nell’assegnazione di nuove risorse, invece è stata lasciata fuori.
“La precedente amministrazione ha accettato passivamente questo scenario, senza alzare la voce, senza costruire una strategia, senza porre il problema a livello nazionale – prosegue Barcaioli – E così oggi ci troviamo con una Regione tagliata fuori dai giochi, mentre gli studenti continuano a subire il peso di affitti insostenibili e un’offerta abitativa ridicola rispetto alla domanda”.
L’assenza di investimenti minaccia direttamente la competitività del sistema universitario umbro. “Non possiamo permettere che l’Università di Perugia e gli altri atenei della regione diventino sempre meno attrattivi perché privi di servizi essenziali – conclude Barcaioli – La nostra priorità ora è ribaltare questa tendenza, riportare l’Umbria al centro del dibattito nazionale e pretendere le risorse che ci spettano”.