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Ormai quattro mesi fa abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Urso per conoscere le sorti dell’accordo di programma per Arvedi – Ast che avrebbe dovuto portare un grosso investimento sulle acciarie ternane. Al momento non c’è traccia né dell’investimento né della risposta del Ministro. Ogni elezione è buona, sia essa locale, nazionale o europea, per promettere mari e monti alle famiglie degli operai, salvo poi evaporare a urne chiuse. Nell’elenco dei portatori di promesse troviamo il già Ministro dello Sviluppo Giorgetti, il suo successore Urso, la Presidente della Regione Tesei e il sindaco di Terni Bandecchi. Parole tante, fatti pochi, investimenti zero. Quella che Terni vive è una deriva drammatica, ai posti di lavoro a rischio delle acciaierie si aggiungono le complesse situazioni dei lavoratori del Tubuficio e quelli di Faurecia.

Nelle ultime ore il Gruppo Arvedi ha fatto istallare un grande cartellone sulle differenze costi dell’energia tra le acciaierie ternare e i competitori europei, in cui addirittura rivendica un presunto ‘diritto morale’ sulle centrali idroelettriche o sulle risorse economiche che producono. Una propaganda surreale, che suona come una inaccettabile minaccia da parte dell’azienda.

Nonostante questo però non si può ignorare che l’industria metallurgica umbra rischia di essere fuori mercato se non si arriva ad un piano industriale strettamente connesso alla riconversione energetica e ambientale. Se non è già troppo tardi si faccia qualcosa e il Ministro Urso risponda alle nostre domande. Non lo deve a noi ma a migliaia di famiglie di onesti lavoratori.

Dichiarazione dell’On. Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra