Pur apprezzando l’ammissione dei marchiani errori riscontrati nelle tabelle e comprendendo l’imbarazzo, siamo esterrefatti della reiterata strumentalizzazione politica nella paradossale stima dei flussi elettorali su Foligno. Per ammissione degli stessi autori “dalle stime si possono solo trarre indicazioni di tendenza e non indicazioni numeriche precise”, eppure contestualmente a caratteri cubitali per l’ennesima volta si accusa con grave perentorietà che “un terzo degli elettori del M5s si è astenuto” e che addirittura “un quarto ha votato Zuccarini”.
Per l’ennesima volta viene omesso il metodo di analisi, il tipo e il numero di variabili in base alle quali vengono stimati i flussi, quale sia il margine di errore, se siano state individuate correlazioni particolari tra astensione ai seggi e voto al M5s, se questo metodo è supportato da sondaggi post voto oppure si basa, come quasi in tutti i modelli in questione, sul raffronto con uno storico.
L’analisi svolta dall’ex presidente Pds della Regione Umbria, come richiederebbe una qualsiasi pubblicazione scientifica, non contiene materiali e metodi in grado di poter garantire la riproducibilità dei risultati. Nonostante il massimo rispetto che nutriamo verso l’accademico a differenza di altri non siamo abituati a mandare al patibolo qualcuno basandoci su “atti di fede” ma su prove concrete. Per questo chiediamo pubblicamente che lo studio sia messo a disposizione nella sua interezza.
Ad ogni buon conto qualora fosse stato utilizzato un raffronto con il passato segnaliamo che in questo caso non esiste alcuno storico ma siamo costretti ad andare ad intuito vista la mancanza di trasparenza. Il M5s si è presentato per la prima volta in coalizione alle elezioni amministrative a Foligno. Probabilmente l’errore potrebbe essere proprio questo, utilizzando un confronto totalmente improprio e anacronistico con il 2019. All’epoca il M5s correva da solo alle elezioni, era (ahimè) al governo nazionale con la Lega e non aveva ancora subito le profonde trasformazioni, anche in seno al suo elettorato, che sono avvenute negli anni successivi. Su tutte l’adesione scolpita nel nuovo statuto al campo progressista.
Ribadiamo ancora una volta le assurdità logiche di cui ancora attendiamo una spiegazione dall’asettico quanto a noi ancora sconosciuto “modello internazionale”. Secondo quanto indicato dagli autori al primo turno nessuno degli elettori M5S alle europee avrebbe votato Zuccarini mentre l’83% di questi avrebbe votato, nella stessa cabina, Mauro Masciotti. Dopo 15 giorni proprio un quarto di questi ultimi che avevano già dato fiducia a Masciotti, affetti da un morbo sconosciuto avrebbero cambiato repentinamente idea. Non solo ma proprio a Foligno, dove il M5s ha preso una percentuale di lista più alta della media, contrariamente a quanto fatto a Bastia Umbra, Perugia e Marsciano (dove abbiamo contribuito in maniera determinante alla vittoria), gli elettori sarebbero impazziti andando a votare in massa per il candidato dello schieramento opposto.