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L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso l’interrogazione sulla “sostenibilità e sviluppo del complesso siderurgico AST”, presentata da Fabio Paparelli (Pd).

Attraverso l’interrogazione, Paparelli ha chiesto di sapere “quali sono le tempistiche concrete per addivenire alla stipula dell’accordo di programma e se la Giunta condivide il fatto che il medesimo debba riguardare non solo gli investimenti di Ast, ma più in generale anche la competitività del territorio in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo del sistema imprenditoriale locale; se è in atto una interlocuzione diretta con l’azienda Arvedi-AST e con il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di accelerare la stipula dell’accordo di programma, che dovrà contenere, tra l’altro, gli investimenti necessari dar seguito al progetto di recupero delle scorie e di confinamento delle relative lavorazioni in aree attrezzate in modo idoneo, salvaguardando la salute dei lavoratori e dei cittadini; se la Giunta non ritenga utile e necessario adoperarsi affinché venga aperto al più presto un tavolo per affrontare le questioni ambientali della città di Terni ed in particolare il tema delle polveri di Prisciano su richiamate ed eventualmente, quale possa essere la sua composizione”.

Illustrando l’atto, Paparelli ha detto “di aver assistito in questi anni, dopo il passaggio di proprietà ad Arvedi, ad almeno sei annunci di imminente firma di accordi di programma che devono ancora avvenire. Sul piatto ci sono la salvaguardia della competitività di mercato, delle competenze di un sito ed anche della sostenibilità del sito. Questa Giunta regionale ha completamente abbandonato, senza continuità, il lavoro fatto precedentemente con l’accordo di programma del 2018 ed il riconoscimento di area di crisi complessa del ‘ternano’ che comprendeva l’apertura di tre tavoli (mai convocati) su tre questioni cruciali quali l’ambiente, le infrastrutture e l’Università. L’accordo aveva portato 30 milioni di euro con la legge 181 di cui ne sono stati utilizzati soltanto una parte, oltre a 36 milioni di risorse regionali, quasi tutte utilizzate portando incrementi occupazionali. In merito alla sostenibilità ambientale, negli ultimi anni ci sono state numerose, nuove segnalazioni relative alla dispersione di polveri prodotte dalle scorie di lavorazioni siderurgiche degli impianti Arvedi-Ast e che interessano particolarmente la zona di Prisciano. È finito il tempo degli annunci e della propaganda. L’accordo di programma deve andare oltre il sito siderurgico per arrivare ad un patto che ricada sull’intero territorio per rafforzarne la vocazione industriale, in termini sostenibili ed ambientalmente compatibili. Recentemente è stato costituito un nuovo comitato ‘Prisciano Terni est’ che si è dimostrato molto attivo nel segnalare i disagi prodotti dalla dispersione delle polveri. Lo scorso 7 maggio c’è stata una riunione con il Comune di Terni con un’intesa sull’opportunità di costituire un tavolo di monitoraggio permanente sulla vicenda. Tavolo precedentemente sempre esistito. Anche per le parole con le quali si è dimesso l’assessore del Comune di Terni ritengo necessario che la Giunta regionale prenda in mano la situazione”.

La presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei ha risposto che: “nel 2018-2019 Thyssen Krupp era proprietaria di un’ Ast talmente in crisi che nonostante i continui riassetti organizzativi i tedeschi ce la fecero trovare in vendita appena siamo arrivati a governare la Regione. I progetti di risanamento ambientale di un’azienda con evidente impatto sulla città erano farraginosi e mai decollati. Gli investimenti erano fermi da anni e la competitività dell’azienda era talmente scadente che si parlava solo di tagli e diminuzione della forza lavoro e di quella impiegatizia. Da quando siamo arrivati abbiamo gestito l’esistente, abbiamo dialogato con il Governo e seguito le fasi della vendita, accompagnato l’acquisto del gruppo italiano Arvedi che ha salvato l’azienda e l’occupazione dando una prospettiva di rilancio. Da allora abbiamo continuamente interloquito con Arvedi, accompagnando questi anni difficili. Tre sono state le linee di indirizzo che abbiamo sempre richiesto ad Arvedi di perseguire contemporaneamente: lo sviluppo industriale, il piano di risanamento ambientale e lo sviluppo occupazionale. È nato così il piano industriale che oggi l’azienda sta già mettendo in atto. Il piano prevede 900 milioni di euro di investimenti per la fabbrica, che faranno recuperare produttività e al tempo stesso la faranno diventare neutrale per quanto riguarda le emissioni da CO2; 100 milioni di ulteriori investimenti ambientali e la crescita della forza lavoro di alcune centinaia di unità. Per incentivare il piano industriale ci siamo mossi con l’azienda e con il Governo, arrivando in Commissione dell’Unione Europea per recuperare 300 milioni di finanza agevolata. Ci siamo mossi per finanziare con l’Fsc la bretella Staino-Prisciano e stiamo continuando a lavorare con il Governo per trovare 60 milioni per variante sud-ovest di Terni. Oggi la finanza agevolata è stata individuata, il piano industriale è stato avviato anche se resta il tema del costo dell’energia. Bisogna far presto sulla firma dell’accordo di programma che ho sollecitato anche alcuni giorni fa. La cosa più importante è che partano gli investimenti industriali-ambientali previsti nel piano, ma serve un costo dell’energia che sia competitivo. Stiamo lavorando da tempo con l’Azienda, Enel e Governo per trovare una soluzione utile al sistema Italia. La questione ambientale è stata per me da subito prioritaria e troverà stabile e positiva soluzione solo nel positivo successo del piano industriale Arvedi. Sulla salute dei cittadini vigilano l’Asl 2 e l’Arpa ai quali ho sempre chiesto di essere inflessibili nella tutela dei cittadini”.

Nella replica, Paparelli si è detto “sconcertato dalle bugie propinate. Non ha risposto ad alcuna domanda posta nell’interrogazione, mettendomi in bocca cose mai dette. Il problema non sono le interlocuzioni da salotto, il problema è che il piano industriale è fermo perché deve trovare la giusta partecipazione di tutti gli stakeholders per arrivare ad un piano di sviluppo e soprattutto vedere la formalizzazione dell’accordo di programma per realizzare gli investimenti di 800 milioni. Senza la formalizzazione dell’accordo di programma non ci sarà alcun investimento”.