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La giunta Tesei con una delibera ha stabilito “la monetizzazione integrale dell’energia elettrica” che Enel deve fornire annualmente e gratuitamente alla Regione Umbria. Come dei Robin Hood al contrario, sottraggono ai poveri per versare soldi liquidi nelle casse di Palazzo Donini.

La delibera arriverà domattina, mercoledì 19 giugno, in commissione e dovremo esprimere un parere vincolante. Un atto che è in totale contrasto con la L.R. 6 marzo 2023, n°1 “Disciplina delle grandi derivazioni idroelettriche”. La nuova legge regionale, infatti, con un lavoro bipartisan dispone che i concessionari dei grandi impianti idroelettrici debbano cedere una consistente quantità di energia da destinare almeno per il 50% ai servizi pubblici o categorie di utenti nei territori interessati. In seconda istanza, qualora si opti per la monetizzazione, la Regione vincola l’utilizzo delle stesse risorse in egual misura ai territori. La delibera, invece, dispone la “monetizzazione integrale” per tutti gli anni a seguire senza specificarne alcuna destinazione.

Nell’attività che ha istruito la legge le finalità discusse proprio all’interno della commissione erano state quelle di sostenere i costi energetici degli ospedali o di contrastare la povertà energetica delle famiglie umbre.

Basta fare un piccolo calcolo moltiplicando i 220 kwh, fissati dalla legge, per i 251.544,32kw di potenza nominale media per i 0,12762 €/kWh fissati in data odierna da Arera per quantificare in circa 7 milioni di euro il valore di questa energia. Se consideriamo che in Umbria, secondo i dati AUR, ci sono 38mila famiglie in stato di povertà relativa potremmo istituire un reddito energetico di 200 euro per i nuclei più vulnerabili utilizzando solo queste risorse.

Non solo voteremo fermamente contro a questa delibera, ma siamo pronti a sostenere qualsiasi iniziativa per impugnarla nelle sedi opportune nelle modalità che i sindaci riterranno opportune.

Thomas De Luca consigliere regionale Movimento Cinque Stelle Umbria