Ho letto le parole dell’assessore allo Sviluppo Economico di Terni, in un misto di ilarità e pena.
Sui noti fatti ricercare coperture presso il sindaco assente è già di per sé tragicomico, così come lo è osservare le distanze siderali tra le interazioni private e i comunicati pubblici degli ex colleghi.
Ribadisco: sono stata attaccata come donna, nel volgare tentativo di piegare la mia intransigenza, volta a pretendere il rispetto delle regole.
Ma, oltre a paventare vie legali contro la sottoscritta per tentare di sminuire toni violenti, urla ferine, porte sbattute, pugni sul tavolo, mi chiederei intanto se, da pubblico ufficiale, l’interessato abbia rappresentato alle Procure lo stato delle falde acquifere, descritto ripetutamente a lui e all’intera Giunta, con il cromo esavalente e il nichel tuttora sopra soglia di allarme, oltre al resto, tra fumi, polveri e scarichi fuori controllo.
Infatti l’unico possibile “equilibrio tra lavoro, occupazione e ambiente“, in una democrazia liberale, si impernia solo nel rispetto della legge, imposto a tutti, a partire da quelle realtà produttive che hanno grandi responsabilità sociali.
Cardinali aveva inoltre parlato in Giunta di “impegno personale con AST“, per poi correggersi subito, ribaltando la questione su un piano amministrativo: ebbene, considero certamente “amico” di AST chi assume “impegni personali”, espressione infelicissima per un amministratore pubblico. Ma non era la prima.
L’assessore ha infatti aggiunto che “c’è un atteggiamento vessatorio” nei loro confronti. Curioso. Ma, in circostanze diverse, parimenti comprovabili, egli era riuscito persino a dire di peggio, suggerendomi, non richiesto: “non dobbiamo farli sentire controllati“: un pubblico ufficiale può parlare così?
Quanto alla contaminazione delle falde, per l’assessore “è anche colpa dei rifiuti urbani”, portando così avanti una vulgata parziale e distorta, certo non sgradita ad AST.
E sulla connessa vicenda della maxidiscarica, asset dal valore miliardario, regalato con faciloneria all’ottuagenario signorotto cremonese sulla pelle della città, ecco: sarebbe stato bene che Cardinali, prima di portare avanti trattative al ribasso, a esclusivo vantaggio dell’Azienda, avesse letto quanto meno sia il programma elettorale, sia il Documento Unico di Programmazione comunale che è, per eccellenza, l’atto di pianificazione di Palazzo Spada.
Ma purtroppo in Italia si legge poco. A Terni ancor meno.
Così l’assessore non ha voluto tener conto del fatto che, dopo 140 anni, veniva richiesto all’acciaiere di turno di ricercare siti discarica fuori dalla Conca. Cardinali ha invece imposto alla Giunta e alla città una non-soluzione, all’insegna del disastro ambientale di sempre, di cui evidentemente non ha minima consapevolezza.
Si è fatto così un enorme favore politico-finanziario a un’Azienda che, viceversa, dovrebbe compensare miliardi di danni causati a Terni, dalle scorie seppellite ovunque, alle mutilazioni urbanistiche e sociali della guerra, fino all’aria, all’acqua, ai suoli e agli alimenti avvelenati. Invece è a carico delle finanze pubbliche persino l’infinita sistemazione del microscopico parco Rosselli, figurarsi il resto!
Oggi Terni non ha più un garante sul fronte della legalità ambientale e sanitaria, perché, con queste premesse, con questa misconoscenza dei problemi, con questa sciatteria, sarà sempre Viale Brin a fare il bello e il cattivo tempo, in mezzo a una burocrazia decisamente prona ai loro interessi.
Nessuna contestazione aperta sui metalli pesanti fuorilegge, ma nemmeno una protesta vibrante per raccogliere grida ormai manzoniane di lavoratori che si erano rivolti alla sottoscritta, essendo stati finora inascoltati anche da una parte delle rappresentanze sindacali.
Quanto al resto delle mistificazioni e delle amnesie, gli atti parlano chiaro: come noto, la sottoscritta ha votato no alla delibera di approvazione di questo protocollo di intesa, essendo stato stranamente svuotato di ogni prescrizione tecnica seria, un atto catastrofico a livello ambientale, sanitario e finanziario.
Si ritiene tuttora gravissima e piena di ombre l’intesa raggiunta, dalla sua genesi alla sua definizione, alla sua eventuale esecuzione; ritengo altrettanto anomale le condotte di altri soggetti già denunciati, richiedendo necessari approfondimenti in sede giudiziaria ordinaria e contabile.
Ho già presentato querele molto circostanziate, in diverse Procure, viste le forzature inaccettabili e i gravi reati sin qui commessi: la scrivente era infatti lì solo per difendere con rigore gli interessi pubblici e per respingere le interferenze indebite e reciproche tra siderurgia e Pubblica Amministrazione.
Ora saranno i magistrati a verificare chi abbia svolto correttamente il proprio lavoro e chi no
Mascia Aniello -già assessore all’Ambiente del Comune di Terni
L’assessore Cardinali replica alle accuse della ex collega di giunta
“Nel ringraziare i colleghi della Giunta dell’amministrazione di Terni – dichiara l’assessore allo Sviluppo economico Sergio Cardinali – per avere fatto chiarezza su fatti di cui vengo ingiustamente accusato dal dimissionario Assessore, intendo chiarire alcuni aspetti della vicenda oggetto di gogna pubblica nei miei confronti.
Le evidenti divergenze sul piano politico, riguardanti la vicenda della discarica e dell’accordo di Programma Ast, tra me e l’assessore Aniello sono state negli ultimi mesi chiare a tutti i soggetti politici e cittadini ternani in quanto ampiamente riportate nei giornali e nei social, e spesso oggetto di varie interrogazioni delle opposizioni in Consiglio Comunale.
L’evidenza più chiara si è avuta nel momento del voto di giunta della delibera per la messa in sicurezza della discarica, in cui l’assessore Aniello ha deciso di votare contro il documento sottoscritto da tutti gli altri, dopo averlo condiviso e sottoscritto.
Ritengo assolutamente infondate le accuse mosse, in un primo momento nei confronti di un generico assessore, e successivamente chiarito pubblicamente dal Sindaco che riguardavano la mia persona.
Come già raccontato nel precedente comunicato dagli altri colleghi di Giunta, mentre ci confrontavamo sulle strategie politiche della vicenda AST, a fronte di una mia ferma difesa della linea politica raggiunta che consente la coesistenza dello sviluppo economico e industriale con l’ambiente circostante, l’assessore Aniello mi accusava di fronte a tutti di difendere i miei amici delle acciaerie lasciando intendere un rapporto poco chiaro nel mio operato amministrativo.
Tengo a precisare che tale affermazione da parte dell’Assessore Aniello avveniva per la seconda volta, in quanto già fatto in passato alla presenza solo di alcuni assessori.A quel punto in maniera ferma ma educata ho risposto a tale accusa infamante e lesiva della mia moralità.
Una risposta legittima di fronte ad un’accusa tanto infamante, quanto gratuita, tesa a screditare il lavoro politico che c’è stato nella realizzazione dell’accordo sottoscritto con Ast dal Sindaco di Terni.
Appare un errore grave utilizzare in modo improprio argomenti che sono una piaga per la nostra società come quelli del sessismo e della violenza di genere, che peraltro mi hanno visto protagonista attivo nella lotta a simili comportamenti nei 35 anni di militanza nel Sindacato, anche attraverso accordi contrattuali nazionali da me fortemente sostenuti e sottoscritti.
Di fronte a tante donne che sono vittime di violenza e restano nel silenzio, agitare il tema della violenza di genere per fare breccia sulla opinione pubblica a pura speculazione politica, cercando di demonizzare l’operato di un collega, oggi “avversario politico”, è un errore grave.
Alla stessa stregua del recente passato, oggi mi sto impegnando nell’amministrazione al fine di trovare il migliore equilibrio tra il lavoro, l’occupazione e l’ambiente, evitando i problemi sociali ed economici che interverrebbero ad una eventuale chiusura dello stabilimento, come caldeggiato più volte dall’assessore Aniello.
Nella speranza di vedere immediatamente cessare tali infamie nei miei confronti, mi riservo di intervenire nelle sedi opportune a difesa della mia persona e del mio ruolo politico-istituzionale”.
Sergio Cardinali