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“Per la prima volta dal 31 maggio dello scorso anno – dichiara la consigliera comunale ternana di Fratelli di Italia Elena Proietti –  mi sono trovata pienamente d’accordo con il sindaco quando ha annunciato le sue dimissioni, ricordo, irrevocabili.
Certo, poi il giorno successivo lo stesso sindaco ha fornito ben  quattro diverse versioni della soluzione di questa crisi che lui stesso aveva aperto, facendo intravedere che forse le sue dimissioni così irrevocabili come roboantemente annunciato magari non lo fossero.
Certo, poi ancora nei giorni successivi ha dato ancora ulteriori spunti che apparentemente contrastavano con la sua ferma volontà espressa.
Certo, il sindaco ha comunque detto che dietro le sue dimissioni ci fossero questioni politiche, ben consapevoli tutti però che questioni politiche di fatto sono inconfigurabili, poiché il sindaco è segretario nazionale e il vicesindaco segretario regionale del partito a cui appartengono tutti gli assessori e tutti i consiglieri di maggioranza.
Ma io, per una volta, voglio credere alla buona fede del sindaco, immedesimandomi in Lei quando ha dichiarato di voler lasciare, ricordo ancora una volta, definitivamente  il suo incarico.
Mi voglio immedesimare in colui che ha sempre detto di essere diverso e di voler essere con il popolo contro i potenti.
E che, invece, ha visto tentativi di occupazione delle poltrone delle società partecipate, addirittura con ormai ex segretari provinciali di partito, con responsabili provinciali dei giovani – possiamo dire che iniziano presto con la partitocrazia – o con dirigenti scolastici con l’unico requisito di avere la tessera di partito, con scene neppure paragonabili a quelle della peggior prima repubblica; che ha visto crescere malumori tra i suoi per il solo fatto di aver nominato in giunta una persona esterna, anziché cooptare qualche consigliere comunale in cerca di una più alta retribuzione; che ha visto moltiplicarsi i costi dei gettoni di presenza dei consiglieri per un numero spropositato di commissioni fatte anche solo per pochi minuti; che ha visto discussioni feroci con la stampa di esponenti del suo partito o amministratori al fine di intimidire i giornalisti riottosi ad una retorica unica di propaganda; che ha visto avvertimenti, insulti e minacce di utilizzo di dossieraggi per ingenerare un clima di tensione e delazione tipico di altri regimi; che ha visto un escalation di comportamenti di comprimari rivolti solo ad accrescere il valore dei propri servigi alla corte del padrone; che ha visto i suoi fedeli vantarsi di soldi dati in beneficienza al solo fine di propaganda; che ha visto sfruttare situazioni di disagio per soli fini di consenso;  che ha visto suggerimenti dei propri collaboratori politici nell’emissione di ordinanze sbagliate e sistematicamente impugnate;  che ha visto provvedimenti ed atti dei propri assessori tra loro in contraddizione con goffi tentativi di primeggiare tra di loro; che ha visto continue smentite e dietrofront in azioni e dichiarazioni anche su tematiche fondamentali per la città; che ha visto lotte intestine per meri interessi personali e formarsi nel partito correnti con i rispettivi leader nel volgere di pochi mesi con fuoriuscite di esponenti importanti ovvero defenestrazioni operate proprio da quei comprimari divenuti leader di corrente che vogliono imporre la propria linea per i propri tornaconti anche sopra la sua testa; che ha viso miseramente fallire il congresso nazionale nei numeri e nei contenuti, nonostante fosse stato organizzato proprio nella città di cui lei è sindaco, con grande dispendio di denaro e tra gigantografie di qualche personaggio in cerca di autore che lei ha fatto prontamente rimuovere.
E di fronte a tutto ciò, spero per la stessa dignità del sindaco, non potrà di sicuro essere sufficiente a fargli cambiare idea la letterina sottoscritta da tanti di coloro che lui stesso ha definito in una trasmissione, se ben ricordo, come inopportuni, disoccupati in cerca di stipendio.
E di fronte a tutto ciò, spero per la stessa dignità del sindaco, non potrà di sicuro essere sufficiente a fargli cambiare idea la vicinanza di qualcuno che incontra per strada perché le assicuro, signor sindaco, che di persone per strada ne incontriamo talmente tante anche noi, ma che ci dicono di non poterne più di questa situazione.
E di fronte a tutto ciò non venga ad annoiarci con discorsi contorti in cui cerca di dimostrare l’indimostrabile, in cui cerca di giustificare l’ingiustificabile, in cui magari parla di assunzione di responsabilità nel ritirare le dimissione di fronte ad una irresponsabilità dilagante, in cui magari rivendica di voler essere lei ad assumere le decisioni, revocando le dimissioni, quando ormai è palese che altri le dettano l’agenda politica, o addirittura in cui dice che le mele marce hanno abbandonato il partito o sono state messe alla porta e che quindi ora può finalmente andare avanti, perché semplicemente tutto questo nei fatti non è vero e che sono stati solo persi pezzi di partito, come sempre, per interessi o questioni personali o che sia sufficiente un rimpastino di giunta vecchia maniera per far ripartire tutto, come se fino ad ora si fosse solo scherzato.
E allora, signor sindaco, a questo punto lei è a un bivio: può scegliere se essere coerente e confermare le sue dimissioni, o invece essere esattamente come quelli che ha sempre dichiarato di disprezzare e cambiare idea; può scegliere se mantenere le promesse, o disattendere le aspirazioni di chi l’ha votata mandando avanti un qualcosa che almeno a livello locale si è già rivelato del tutto contrario alle aspettative; può scegliere se continuare ad  incollare i suoi fedeli alle loro poltrone; può scegliere se avallare l’utilizzo delle regole istituzionali per regolamenti di conti interni legati agli interessi di qualcuno ovvero porre fine allo scempio delle istituzioni e dei luoghi istituzionali; può scegliere se sia ancora lei a dettare la linea politica o sia qualcun altro a farlo per lei; può scegliere se comportarsi come tutti i potenti di turno che lei, sempre a parole ha disdegnato, oppure può scegliere di avere un sussulto di dignità, perché per far paura ai potenti, come vorrebbe fare lei, occorre essere coerenti e, soprattutto, essere alle proprie parole conseguenti”.