“La morte di Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato, è l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il femminicidio è a tutti gli effetti una piaga moderna. Non basta più, quindi, riempirsi la bocca di buoni propositi o di enunciati: serve fare un passo in avanti netto perché su argomenti di questo tipo non possono esserci possibilità di divergenza di opinioni”. Così la capogruppo regionale del Partito democratico, Simona Meloni, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, chiedendo “un segnale forte alla società umbra, dai partiti alle associazioni, affinché si lavori per un netto cambio di paradigma e di società finora troppo patriarcale”.
“Ogni componente della nostra società – spiega Meloni – deve esprimere nettamente la condanna a qualsiasi violenza di genere e ogni comunità deve diventare un luogo sicuro per una donna. Quello che vediamo è invece che la violenza dilaga e attraversa le età, le classi sociali, il territorio in un contesto in cui gli squilibri tra uomini e donne sul fronte lavorativo sono ancora troppi. Le donne lavorano di più e guadagnano di meno: questo è ormai un dato di fatto e una certezza della nostra società che vuole dirsi moderna. In tutto ciò, come in una guerra, ci si sta abituando alla contabilità delle vittime: nostre figlie, nostre sorelle, nostre mamme, nostre amiche. È arrivato il momento di cambiare passo e di dire basta a questo conteggio che dice che ogni tre giorni una donna viene uccisa dal suo compagno o ex, comunque uno di casa. È arrivato il momento di ripartire dalle famiglie e dalle scuole. Le prime che sono il nucleo fondamentale in cui l’individuo trascorre più tempo e le scuole, già parte integrante dell’educazione scolastica e che troppo spesso si trovano a supplire la famiglia nell’educazione con mezzi non adeguati. Iniziamo a dare anche alle scuole gli strumenti giusti per parlare di tossicità e di dipendenze, anche affettive, e di educazione sentimentale. Siamo diventati una società troppo distratta che punta sulla massa e non sul singolo”.
“Tutti gli strumenti a disposizione vanno usati – continua Meloni – dai Centri antiviolenza che devono avere fondi certi e sufficienti alle proprie attività, fino a tutte le forme di supporto psicologico e di formazione. Occorre lanciare una vera filiera antiviolenza, strutturata e concreta. Una filiera che parta dalla famiglia, che in questa battaglia deve avere un ruolo centrale. Un nucleo dal quale partire per ripensare una società con una filiera antiviolenza che possa intervenire qualora si ravvisassero comportamenti anomali. Fondamentale anche il ruolo dell’uomo, che deve diventare attivo e non più passivo. Gli uomini devono essere protagonisti di questa rivoluzione e di un nuovo modello di società. Il ruolo degli uomini deve diventare centrale, che si riparta da loro facendoli diventare centrali per l’educazione dei figli. Per gettare un altro seme e spingere anche sul fronte istituzionale presenterò un’altra mozione urgente che vorrei coinvolgesse anche i comuni. Occorre anche una convocazione urgente che diventi permanente della Commissione sul femminicidio del Consiglio regionale, affinché possa lavorare sulla tutela dell’autodeterminazione della donna a 360 gradi. Sono certa che troveremo il modo di lavorare tutti insieme per cercare di migliorare le condizioni dell’Umbria”.