Riceviamo e pubblichiamo una nota di analisi politica di Sandro Corsi, dirigente del movimento cooperativo, circa la recente tornata elettorale amministrativa che ha portato al rinnovo del Sindaco e del consiglio comunale di Terni.
“Perche’ha vinto,anche largamente,Stefano Bandecchi?
In primo luogo in ragione del sentiero di dissoluzione,spavaldamente quanto ottusamente imboccato dalle forze politiche del centro-destra che non hanno ricandidato il sindaco uscente e benvoluto dalla città Leonardo Latini con il conseguente emergere di un grave vulnus morale prima ancor che politico, scrivevo in marzo.
In secondo luogo perché questa sconsideratezza si è coniugata con la strutturale incapacità del centro sinistra di unirsi veramente con i 5 stelle in una candidatura popolare ed all’altezza della crucialità della sfida.
E se vi è una analogia fra le due coalizioni oggi relegate all’opposizione è che entrambe si sono autodissolte, nei lustri scorsi e recentemente per le loro cieche lotte interne, incapaci di pensare all’altro da se ovvero alla città ed alle sue istanze, magari sopite.
In ragione di queste neglette ma reali e profonde aspirazioni a partire dal riequilibrio fra Terni e Perugia, che con l’istituzione della regione si è ancora di più acuito sia nei dati economici, demografici e socio culturali, ricordo sempre che il confine con la provincia di Perugia inizia a meno di 6 km lineari da Piazza Tacito, Bandecchi in linguaggio politico, un Re straniero, ha sfondato elettoralmente.
Ed un Re straniero è possibile solo quando il giudizio popolare e democratico è di significativa sfiducia verso i suoi gruppi “dirigenti”.
È veritiero che all’interno di diversi iscritti di una forza sindacale è stato fatto girare il messaggio “meglio lo sfascio che il fascio”?.
Se fosse vero, oltre alla nessuna considerazione verso i contendenti si profilerebbe un principio di annichilimento di se stessi e della propria comunità.
Principio che non può albergare in alcun cittadino, poiché il sindaco, chiunque esso sia, dovrà essere rispettato e messo alla prova sulla concretizzazione dei propri propositi elettorali, certo rispettando cittadini e forse sociali.
In ogni caso in questa “autocheiria” di elites dirigenti tra i quali spicca la lega per massima consunzione passando da 12 consiglieri più il sindaco a 0 assoluto è stata illimitata la presunzione di chi si acconcia politico senza ricordarsi che politica deriva dal greco polis ovvero città e quindi non si può essere buoni politici se non si conosce la città e i sentimenti della cittadinanza”
Sandro Corsi, dirigente movimento cooperativo