Leonardo Grimani (Azione): “L’obiettivo deve essere quello di fare le cose per aiutare gli italiani: non pensando a quanta popolarità produrranno gli atti di governo, ma a quanto benessere determineranno”.
Avendo l’onore di guidare la lista umbra del senato per il terzo polo Azione Italia Viva, non posso che auspicare il successo elettorale di questo progetto – Italia sul serio – per garantire al Paese la continuazione della stagione del buongoverno. La scelta di costituire un’alleanza tra Azione e Italia Viva, nel solco del riformismo europeo, è il tentativo di dare una risposta ai problemi dell’Italia senza ricadere nelle ricette populiste di una destra e di una sinistra che non hanno più nulla a che vedere con il riformismo e che si rintanano nei recinti identitari della loro storia passata.
Servono pragmatismo, capacità di governo e programmi fattibili. Promettere qualunque cosa per raccattare voti non serve a dare una prospettiva all’Italia.
Dire invece che bisogna riformare il Paese per offrire una opportunità alle giovani generazioni attraverso una riforma seria del fisco con la detassazione totale fino a 25 anni e del 50 % fino a 29 anni, è un proposito su cui costruire un programma di governo serio.
Dire che bisogna pensare a misure volte a fissare un tetto europeo sul prezzo del gas con una condivisione quindi chiara delle scelte a livello di Unione europea, significa sottrarre il Paese ad una logica isolazionista che la destra, la sinistra radicale e il Movimento 5 Stelle vorrebbero e che volterebbe le spalle alla centralità del contesto europeo nel quale siamo.
Insomma serve una svolta nel metodo e nel merito dell’attività di Governo, dando seguito alla stagione legata a Mario Draghi. Non si tratta di agire con l’agenda Draghi sotto agli occhi, quanto piuttosto di governare per salvare il Paese senza pensare ai like e ai successi nelle dirette Facebook. L’obiettivo deve essere quello di fare le cose per aiutare gli italiani, non pensando a quanta popolarità produrranno gli atti di governo, ma a quanto benessere determineranno.
Anche in Umbria questo progetto può avere un futuro se saprà ascoltare le domande di cambiamento che gli umbri ci faranno nelle prossime settimane e se riusciremo ad ascoltare i bisogni e produrre conseguenti proposte per curarli. Serve lavorare per offrire anche agli umbri un progetto credibile che sia frutto di una proposta collettiva di uomini e donne che, pur provenendo da esperienze e impegni diversi, decidono di mettersi a disposizione di un’idea. Questo è il terzo polo, questa è l’idea di un’Italia in cui si affrontino i problemi sul serio.