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“Quando parliamo di Sanità, la destra continua a dare il peggio di sé. Lo dimostra il fatto che dopo oltre un anno in cui tutti gli operatori del settore hanno atteso invano l’avvio di un’ampia fase di partecipazione relativa al nuovo Piano sanitario, la Giunta regionale ha deciso di adottarlo in pieno agosto, in una versione che risulta, a tutti gli effetti, ben peggiore rispetto a quella precedente”.

Così i consiglieri del gruppo consiliare del Partito democratico in Regione, in merito all’adozione del Piano sanitario regionale, sul quale promettono di dare battaglia “mettendo in campo una mobilitazione sui territori e una dura opposizione istituzionale”.

“E’ stato scelto di allontanare ancora di più l’assistenza e i servizi della sanità pubblica dai cittadini e, come se non bastasse – dicono – è stata approvato un Piano che risulta palesemente difforme rispetto ai dettami previsti dal Pnrr”. “Il documento è un esempio da manuale di come si comporta chi vuole smantellare una sanità pubblica già al collasso” affermano i consiglieri Pd .

“Con i distretti che vengono ridotti di un terzo, infatti, si allontanano i servizi e si distrugge la sanità territoriale, in barba al principio cardine della prossimità. Ridurre i distretti da 12 a 4 e andare in senso contrario rispetto alla medicina del territorio è un errore grave, che non avremmo dovuto fare dopo due anni in cui ci siamo trovati alle prese con la pandemia. Ci troviamo di fronte a scelte fatte in segreto, nel buio delle stanze della Regione, senza la benché minima partecipazione. Un modus operandi che del resto non stupisce perché applicato dal centrodestra ad ogni scelta importante che riguarda la cosa pubblica”.

“Entrando nel merito – proseguono i consiglieri Dem – gravi sono le mancanze che emergono su più settori della sanità. La Regione non ha voluto affrontare il tema della medicina di genere e ha decretato l’inattività del registro tumori. Il piano non tocca neppure la saluta mentale e tutto quello che comporta l’età evolutiva e non affronta il capitolo delle malattie rare. Anche rispetto alla governance, risulta assurdo e fuori luogo assegnare ai direttori la funzione di programmazione e valutazione della sanità regionale quando dovrebbe essere una prerogativa istituzionale e politica. Per non parlare della difformità dal Pnrr proprio sul numero dei distretti. Se da una parte la proporzione è indicata è quella di un distretto ogni 50 mila abitanti, l’assessore Coletto ha deciso di riorganizzare l’Umbria in 4 distretti, ovvero 1 ogni 200 mila abitanti. Argomento che segnaleremo con un apposito ricorso in tutte le sedi e con una mobilitazione sul territorio”.

“Parallelamente – concludono – lavoreremo in Commissione Sanità, l’unico presidio rimasto alla minoranza per cercare di migliorare un provvedimento deleterio, e ci batteremo con le forme di mobilitazione necessarie per far sentire la voce di ogni singolo territorio, proprio a chi appare sempre più impegnato a portare a termine il progetto di smantellamento della sanità pubblica regionale”.