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La diminuzione del 4,4% della produzione dei rifiuti, l’incremento della raccolta differenziata al 75%, il raggiungimento dell’indice di riciclo del 65% e la riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti non riciclabili e non recuperabili fino a un tetto del 7%, con cinque anni di anticipo rispetto ai target fissati dalla programmazione nazionale ed europea. Sono fra gli obiettivi sfidanti che la Regione Umbria si propone di conseguire con il nuovo Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti. Le azioni qualificanti e strategiche sono state illustrate questa mattina dalla Presidente della Regione, Donatella Tesei, e dal vicepresidente e assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale della delibera con cui è stata preadottata la proposta del nuovo Piano. Alla conferenza stampa, a Palazzo Donini, ha preso parte, tra gli altri, il direttore regionale a Governo del territorio, Ambiente, Protezione civile, Stefano Nodessi Proietti.

“Il percorso del nuovo Piano – ha ricordato la Presidente Tesei – è stato avviato nel luglio di due anni fa, con la costituzione e l’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico che, con un lavoro rigoroso e puntuale, ha fornito un quadro della situazione dell’Umbria, evidenziandone le criticità e i ritardi notevoli causati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio regionale. Analisi scientifiche e approfondimenti tecnici sulle migliori esperienze in materia di gestione dei rifiuti a livello nazionale ed europeo sono stati le basi per la definizione della proposta che abbiamo preadottato ieri per un Piano – ha rilevato – che fa compiere un passo in avanti all’Umbria, garantendo risposte concrete a problematiche di grande rilevanza”.

“Un Piano – ha detto il vicepresidente Morroni – che persegue due scopi fondamentali: garantire la stabilità e l’autosufficienza regionale del ciclo integrato dei rifiuti e collocare l’Umbria fra le regioni più avanzate del nostro Paese e dell’Europa. Un Piano moderno, che introduce criteri di efficienza e di miglioramento sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica”. Punti salienti del nuovo Piano sono il recupero di materia, scandito dall’obiettivo di incrementare la raccolta differenziata al 75%, e la valorizzazione energetica del rifiuto e degli scarti della raccolta indifferenziata con l’entrata in funzione di un termovalorizzatore dal 1° gennaio 2028. “Un Piano, quindi, di svolta – ha ribadito Morroni – capace di assicurare la chiusura del ciclo dei rifiuti, proposito fallito dalle precedenti amministrazioni”.

Il vicepresidente Roberto Morroni, nell’illustrare in dettaglio il percorso svolto dal Comitato tecnico-scientifico dal 20 luglio 2020 ad oggi, si è soffermato, in particolare, sulla novità rappresentata dal servizio di incenerimento con recupero energetico. “L’impianto, nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, avrà una capacità effettiva limitata a 160mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati, sia urbani che speciali, di produzione regionale. Una quantità – ha evidenziato – appropriata, in linea con le esigenze dell’Umbria”.

“Sarà l’Auri – ha specificato ancora Morroni – a decidere la localizzazione puntuale dell’impianto di termovalorizzazione, attraverso un apposito iter che prevede varie fasi. Entro quattro mesi dall’approvazione del Piano regionale, tramite avviso pubblico di manifestazione d’interesse, sarà avviata la procedura per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’impianto. Entro diciotto mesi dall’approvazione, avverrà l’affidamento, cui seguiranno trenta mesi per realizzare l’impianto. La messa in esercizio, che stimiamo dal 1° gennaio 2028, segnerà l’interruzione del conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che possono essere recuperati dal punto di vista energetico”.

Quanto alla localizzazione dell’impianto, “sono state definite le mappe delle aree non idonee del territorio regionale e si terrà conto comunque, in quelle che non vi sono comprese, di vincoli come la presenza di zone agricole di pregio” ha detto il vicepresidente Morroni, sottolineando come “compete alla Regione la pianificazione e la programmazione degli impianti pubblici, mentre sarà l’Auri a stabilire dove sarà realizzato l’impianto di recupero energetico”.

Elemento chiave del nuovo Piano, insieme all’incremento della raccolta differenziata e dell’indice di riciclo dei rifiuti, è il ruolo sempre più marginale delle discariche. Attualmente sei, cinque delle quali operative, le discariche saranno ridotte a tre (Borgogiglione, Belladanza e Le Crete) per arrivare a regime soltanto a due, con la chiusura di Borgogiglione. Impatto significativo anche sulla ‘governance’, “per superare l’attuale frammentazione e polverizzazione che limita l’efficienza del sistema”, con un servizio organizzato per l’intero territorio regionale: un solo gestore si occuperà dei servizi di superficie, raccolta, spazzamento e trasporto; un solo gestore per i servizi di trattamento e smaltimento; un solo gestore per il servizio di trattamento termico con recupero energetico.

La proposta di Piano preadottata dalla Giunta regionale prosegue il suo iter partecipativo e autorizzativo; l’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea Legislativa è prevista entro l’anno in corso.

De Luca, la destra è pronta a saccheggiare l’Umbria. Per capogruppo M5s sarà trasformata “cuore incenerito d’Italia”

“La destra è pronta a saccheggiare l’Umbria trasformandola nel cuore incenerito d’Italia. Proprio nel giorno in cui a Roma brucia l’impianto di Malagrotta, arriva l’annuncio della chiusura degli impianti di trattamento meccanico biologico. Ecco la volontà di far fallire la raccolta differenziata con gravi perdite occupazionali allo scopo di bruciare direttamente rifiuti”: lo sostiene il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.

“Il vicepresidente della Regione e assessore all’Ambiente, Morroni getta definitivamente la maschera sulle intenzioni della Giunta Tesei di spingere l’Umbria verso il disastro finanziario, sociale, economico e ambientale” aggiunge.

“Il nuovo inceneritore da 160 mila tonnellate, come ha annunciato Morroni – afferma De Luca in una nota -, dovrà essere pronto entro il primo gennaio 2028. Con due anni di anticipo rispetto al previsto, quindi, che avranno l’effetto di avvicinare ancor prima l’Umbria, una volta cuore verde d’Italia, all’onta di diventare il cuore nero dell’incenerimento, spingendola verso il baratro dell’emergenza rifiuti con l’esaurimento delle discariche riempite da ceneri e scorie. Un Piano che contrasta totalmente con tutto ciò che la destra umbra, a partire dal duo Zaffini-Nevi, aveva predicato sull’utilizzo di rifiuti nei cementifici, rifiuti che saranno comunque bruciati come combustibile, ma che verranno importati da fuori. Il paradosso demenziale di una scelta scellerata”.

“Mentre l’Europa esorta gli Stati membri ad aumentare la differenziata e investire su impianti di recupero dei materiali – osserva il capogruppo pentastellato – la Giunta Tesei decide di dare il colpo di grazia all’immagine ‘green’ della nostra verde Umbria. Noi crediamo che il modello debba essere un altro e debba puntare sul massimo recupero della materia. Di questo parleremo domani sera a Gualdo Tadino nella tavola rotonda ‘Fabbrica dei Materiali Umbria la transizione ecologica del ciclo dei rifiuti’ alle 21 presso la mediateca del museo regionale dell’Emigrazione ‘Pietro Conti’ in via del Soprammuro. Un momento di confronto a cui parteciperà anche il sindaco di Gualdo Tadino che si è detto pronto a discutere senza approccio ideologico della possibilità di realizzare sul suo territorio il nuovo impianto. Cogliamo l’occasione per invitare all’incontro anche l’assessore Morroni. Non è mai troppo tardi – conclude De Luca – per cercare di salvare l’Umbria dal baratro”.

 

Piano rifiuti, Pavanelli (M5s): “No al nuovo inceneritore, bisogna puntare su economia circolare”

“Assurda la posizione della Regione Umbria sui rifiuti. Mentre le imprese investono in nuove tecnologie grazie anche al Pnrr che punta al massimo riciclo, la giunta Tesei vuole inquinare la nostra regione con un nuovo inceneritore in cui finiranno rifiuti di provenienza regionale, compresi quelli speciali”.

Così in una nota la senatrice M5s commissione Ambiente Emma Pavanelli.

“Un nuovo inceneritore – prosegue – significa irrimediabilmente più inquinamento e emissioni di CO2, i metalli pesanti che finiranno in aria, nel suolo e sottosuolo contaminando così le nostre acque. Un disastro sociale, economico ed ambientale che l’Umbria e i suoi cittadini non possono permettersi. Serve urgentemente un cambio di rotta e un piano regionale che punti all’economia circolare e rispetti le direttive europee”.