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“Richiesta di accesso agli atti per conoscere l’ammontare complessivo dei costi sostenuti dalla Regione Umbria per i referendum sulla giustizia”.

Così in una nota il portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Thomas De Luca: “L’unico referendum possibile è quello che nasce dalla volontà popolare e non nei palazzi del potere – prosegue De Luca – non è un caso che i referendum sulla giustizia voluti a tutti i cosi dalla Lega abbiano registrato il dato di votanti più basso di sempre. Una Caporetto inevitabile dopo che i cittadini italiani sono stati scippati dei quesiti su fine vita e cannabis legale. Il trucchetto dei consigli regionali compiacenti con il partito di Salvini non ha funzionato. Un’arroganza che ha un prezzo, anche in Umbria. I cittadini di regioni come Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria ed appunto Umbria, forse molti non lo ricordano, hanno dovuto pagare le spese del collegio difensivo del comitato referendario per il Sì dinanzi alla Corte Costituzionale. Un conto da 15 mila euro per ciascuna di queste regioni a cui è stato imposto di sostenere economicamente l’assistenza legale dei quesiti voluti dal palazzo. Quante firme siano state mai raccolte per i referendum sulla giustizia non lo sapremo mai. Ma non staremo a guardare e annunciamo richiesta di accesso agli atti per conoscere l’ammontare complessivo dei costi sostenuti dalla Regione Umbria. Rinunciare a esprimere un proprio sacrosanto diritto, quello del voto, è il segnale che ormai la politica si è trasformata in arroganza del potere – conclude De Luca – dicevano di voler portare il cambiamento, ma hanno sostenuto ad ogni costo una riforma della giustizia che rischiava palesemente di creare sacche di impunità rimediando invece l’ennesima figuraccia”.