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Sono 5.610 le assunzioni programmate dalle imprese umbre nel mese di marzo e 16.290 quelle previste per il trimestre marzo-maggio. La crescita rispetto allo scorso anno si attesta a +4,7% per il mese e +3,8% per il trimestre. A trainare la domanda di lavoro sono i servizi e le costruzioni, mentre il manifatturiero mostra stabilità.

Il Bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, conferma il trend positivo del mercato del lavoro umbro, pur evidenziando una criticità crescente: più di un’assunzione su due è difficile da coprire per carenza di profili qualificati.

Excelsior, il termometro del mercato del lavoro

Il Sistema Informativo Excelsior è divenuto uno strumento di riferimento per l’analisi del mercato del lavoro in Italia. Ogni mese, attraverso interviste a oltre 100mila imprese, fornisce dati sulle assunzioni previste, le figure professionali ricercate e le difficoltà di reperimento. L’obiettivo è supportare le politiche attive del lavoro con dati aggiornati e affidabili.

L’Umbria tra crescita e difficoltà di reperimento

Nel mese di marzo, il 16% delle imprese umbre prevede nuove assunzioni, in linea con la media nazionale. Le assunzioni si concentrano nei servizi (64%), seguiti da manifatturiero e costruzioni. A livello nazionale, sono 456mila i contratti previsti a marzo e oltre 1,4 milioni quelli del trimestre (+2,8% rispetto all’anno precedente).

La difficoltà di reperimento di personale qualificato resta un problema serio: il 54% delle imprese umbre segnala problemi nel trovare candidati idonei, un dato superiore alla media nazionale (48,2%). Tra le figure più difficili da trovare spiccano ingegneri, tecnici della gestione dei processi produttivi e fabbri ferrai.

Uno degli ostacoli principali è la necessità di esperienza pregressa: il 63% delle assunzioni programmate richiede competenze specifiche o esperienza nel settore. Questo fattore rende ancora più difficile l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, evidenziando il bisogno di programmi di formazione mirati.

Un ulteriore elemento da considerare è la crescente quota di assunzioni rivolte a lavoratori immigrati. In Umbria, il 22% delle imprese prevede di ricorrere a personale straniero per coprire le posizioni vacanti, una percentuale superiore alla media nazionale. Questo fenomeno si registra soprattutto nei settori dei servizi operativi, della logistica e delle costruzioni.

I settori più colpiti dalla difficoltà di reperimento del personale

Alcuni settori sono particolarmente colpiti dal problema della carenza di manodopera qualificata. La difficoltà di reperimento raggiunge il 66,5% per dirigenti e tecnici, mentre per i tecnici della salute si arriva addirittura all’84%. Tra le figure più ricercate ma difficili da trovare emergono fabbri ferrai e saldatori (75,7%), fondamentali per il settore manifatturiero e delle costruzioni.

Perugia e Terni: i dati provinciali

  • Perugia: 4.400 assunzioni previste a marzo e 12.530 nel trimestre. Il 65% delle entrate si concentra nei servizi, il 70% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. Solo il 12% delle assunzioni è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, contro una media nazionale del 17%.
  • Terni: 1.210 assunzioni a marzo e 3.760 nel trimestre. Il 58% riguarda i servizi, il 70% delle aziende assumenti ha meno di 50 dipendenti. Qui il 13% delle assunzioni è destinato a figure qualificate e il 26% ai giovani under 30.

Un aspetto da evidenziare è la maggiore difficoltà di reperimento nella provincia di Terni, dove il 56% delle assunzioni previste risulta di difficile copertura, un dato superiore alla media regionale del 54%. Questo valore indica una criticità più marcata rispetto a Perugia, dove la domanda di lavoratori è più diversificata tra settori e livelli di specializzazione.

I settori trainanti e i profili richiesti

Le assunzioni umbre a marzo 2025 si concentrano principalmente nei seguenti settori:

  • Industria manifatturiera e public utilities: 1.360 assunzioni.
  • Costruzioni: 670 assunzioni.
  • Commercio: 850 assunzioni.
  • Servizi di alloggio e ristorazione, turismo: 1.160 assunzioni.
  • Servizi alle imprese: 1.040 assunzioni.
  • Servizi alle persone: 530 assunzioni.

A livello di profili richiesti, spiccano:

  • Operai specializzati e conduttori di impianti (35%).
  • Professioni commerciali e dei servizi (28%).
  • Profili generici (17%).
  • Dirigenti, specialisti e tecnici (12%).
  • Laureati (9%).

Giovani e lavoratori qualificati: una sfida aperta

Secondo il report Excelsior, il 29% delle assunzioni previste in Umbria riguarda giovani sotto i 30 anni. Tuttavia, le imprese segnalano una crescente difficoltà nel trovare lavoratori con competenze adeguate, soprattutto nei settori ad alta specializzazione come ingegneria, meccanica avanzata e programmazione informatica.

Per attrarre nuovi talenti, le aziende stanno puntando su percorsi di formazione e apprendistato, con focus su settori strategici per l’innovazione e la transizione ecologica.

Un altro aspetto rilevante è la prevalenza di contratti a termine. Solo il 26% delle assunzioni previste sarà stabile, ossia con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il restante 74% sarà a tempo determinato o con durata predefinita. Questo dato sottolinea la difficoltà per molti lavoratori, specialmente giovani, di trovare un impiego duraturo e stabile.

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “L’occupazione in Umbria è in crescita, ma la difficoltà di reperire lavoratori qualificati continua a rappresentare un ostacolo per lo sviluppo delle imprese. Con oltre il 54% delle assunzioni difficili da coprire, diventa urgente rafforzare le strategie per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Servono percorsi di formazione più mirati, incentivi per le aziende che investono in competenze e programmi di orientamento già nelle scuole, affinché i giovani possano entrare nel mondo del lavoro con le giuste qualifiche. Inoltre, è fondamentale rafforzare le agevolazioni fiscali per le imprese che stabilizzano i contratti a termine, favorendo così una maggiore continuità occupazionale. Le istituzioni locali e nazionali stanno lavorando in questa direzione, ma serve uno sforzo condiviso tra pubblico e privato per garantire un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato. La crescita dell’occupazione deve andare di pari passo con la creazione di opportunità stabili e sostenibili nel lungo periodo. Si tratta di questioni ormai essenziali non solo per la quantità dello sviluppo, ma per la sua qualità sia economica che sociale”.