Come OO.SS. FILCTEM, FLAEI, UILTEC territoriali (provinciali/regionali) apprendiamo con stupore e rabbia la nota diramata da Enel Green Power in risposta al nostro comunicato del 3 dicembre scorso. L’azienda prova a descrivere con disinvoltura
l’operazione di chiusura del posto di tele-conduzione di Terni come routine, anzi nella nota si parla di potenziamento ed investimenti sul territorio.
Gli accordi con gli enti locali citati nel comunicato aziendale per “attività dedicate al turismo sostenibile e non solo” e gli “investimenti” dichiarati nella nota sono il contributo minimo che si può concedere ad un territorio in cambio della gestione dell’asta e dei suoi bacini, concessione che porta all’azienda guadagni importanti. C’è da precisare che questo non fa il palio con lo scotto pagato se poi nello stesso tempo si stringe il perimetro delle attività che Enel mantiene sul territorio.
Terniamo a precisare che i 12 ingressi dichiarati non servono neanche a riportare l’organico ai numeri che avevamo nel 2022 quando Enel acquisì da Erg il nucleo idroelettrico di Terni.
Già in quella fase il territorio perse subito la funzione dell’energy management i cui 11 lavoratori vennero trasferiti ad altra società della Holding.
Questa fu la prima funzione persa per il territorio all’arrivo di Enel Green Power.
Come OOSS ricordiamo con rabbia la discussione che facemmo con l’azienda per impedire che le reperibilità nell’unità esercizio di Galleto venissero fatte in mono-operatore. Ricordiamo con altrettanta rabbia le risposte insufficienti che ci vennero date quando chiedevamo il potenziamento dell’organico delle citate officine ENEL di Terni. Per noi OO.SS. le officine sono davvero un polo di eccellenza e non ci spieghiamo come negli
anni si è arrivati ad un organico ridotto all’osso e con un volume sempre maggiore di attività esclusive e distintive vengono affidate a ditte in appalto per la carenza in organico di operai e tecnici. Ad esempio solo nelle officine negli anni ’80 lavoravano 150 persone mentre ora il personale non arriva neanche a 20 unità.
Ora nell’anno 2024 con la chiusura del posto di tele-conduzione si prova a fare
un’operazione di nuovo depauperamento di una funzione aziendale importante legata a filo diretto con la gestione delle dighe e degli impianti che porterà all’Umbria un nuovo saldo negativo in termini di posti occupabili nel sito Ternano e nell’idroelettrico Umbro.
L’azienda arriva sul territorio ne sfrutta le potenzialità e i bacini idraulici e decide unilateralmente, non lasciando spazio e possibilità di confronto, come spostare le funzioni in altre regioni.
Per questo chiediamo a tutte le Istituzioni locali e regionali di affiancarci in questa importante battaglia a tutela del territorio ternano e della sua occupazione.
Il polo idroelettrico ternano per FILCTEM, FLAEI, UILTEC, rappresenta una fonte di produzione energetica fondamentale e determinante per la nostra regione, ma solo se il gestore delle concessioni investe realmente nel territorio, lo potenzia e lo sviluppa e non lo utilizza solo per fare cassa.