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Presentata presso il Salone d’Onore di Palazzo Donini la ricerca dal titolo: “Grandi eventi e sviluppo. Il caso di Umbria Jazz”, curata dall’Agenzia Umbria Ricerche.

Introdotta dall’Amministratore unico dell’AUR, Alessandro Campi, alla presenza della Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, dell’Assessore regionale al Turismo, Paola Agabiti, del Presidente della Fondazione Umbria Jazz, Gian Luca Laurenzi, e del Direttore Artistico di Umbria Jazz, Carlo Pagnotta, la ricerca dell’AUR, condotta da Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia, ha dimostrato come i grandi eventi culturali costituiscono un elemento sempre più importante per l’identità locale e per le strategie di sviluppo territoriali.

“Grazie ad Umbria Jazz – ha dichiarato la Presidente Donatella Tesei, nel corso delle conclusioni del convegno – il brand Umbria ha cominciato ad essere riconoscibile all’estero a partire dagli anni ’70, lo dobbiamo alla felice intuizione di Carlo Pagnotta. L’opera che come Giunta regionale stiamo portando avanti è quella di legare i grandi eventi di cui la regione è ricca, così come le produzioni locali di eccellenza, anche quelle rappresentate dal settore industriale e manifatturiero, al logo “Umbria cuore verde d’Italia”, affinché tutte le realtà regionali diventino sempre più conosciute e riconoscibili a livello nazionale ed internazionale”.

Le evidenze dello studio condotto dall’Agenzia Umbria Ricerche hanno voluto dimostrare, adottando un modello previsionale sulla ormai prossima edizione 2023 di Umbria Jazz, come le considerevoli ricadute economiche e sociali giustificano l’intervento del finanziamento pubblico, fondamentale per la sostenibilità dei grandi eventi culturali. Diventa dunque importante quantificare gli effetti diretti, indiretti e indotti che si ripercuotono beneficamente sull’intera economia locale.

Gli effetti strettamente economici prodotti da Umbria Jazz sul sistema umbro derivano da due componenti di spesa, stimate per l’annualità 2023: da un lato la spesa sostenuta per l’organizzazione del festival (6,5 milioni di euro), opportunamente distinta tra la quota rivolta al territorio e quella indirizzata verso economie esterne, dall’altro la spesa dei visitatori (5,2 milioni di euro). Attraverso un modello di simulazione appositamente configurato allo scopo, basato sulla metodologia Input-Output, è stato possibile stimare le ricadute di questa spesa in Umbria e nel resto d’Italia in termini di produzione, redditi, Pil, occupazione.

Sommando gli effetti generati dalle due componenti di spesa, si stima che Umbria Jazz generi nel solo territorio regionale 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di euro di valore aggiunto, 6,9 milioni di euro di Pil, 108 unità di lavoro.

Se si considerano anche gli effetti prodotti nel resto d’Italia, nel complesso Umbria Jazz arriva a generare 25 milioni di euro di produzione, 9,8 milioni di euro di valore aggiunto, 11 milioni di euro di Pil, 173 unità di lavoro.

Quanto, infine, all’effetto moltiplicatore dei contributi pubblici, si stima che ogni 100 euro di finanziamento (da Stato, Regione, Comuni di Perugia, Terni e Orvieto e dalle Camere di commercio) riescono ad attivare sul solo territorio regionale almeno 264 euro di Pil e 218 euro di redditi, oltre che 606 euro di produzione a livello locale.

“Lo studio condotto dall’Aur – ha commentato l’Assessore regionale al Turismo, Paola Agabiti – ha il grande merito di rendere conto e comunicare ai cittadini quali siano le somme investite in un evento come Umbria Jazz e di stimare, su basi scientifiche, quali siano gli effetti in termini di incremento del Pil regionale e di ricaduta sul territorio. Rispetto al passato rivendichiamo con forza la scelta di impiegare i fondi comunitari per sostenere la cultura, il turismo e la promozione della nostra Regione”.

Il Presidente della Fondazione Umbria Jazz, Gian Luca Laurenzi, ha poi voluto mettere in luce come “la manifestazione, oltre ai risvolti economici che la ricerca Aur ha in modo egregio rappresentato, ha un impatto immateriale di grande rilevanza. Quello di accrescere la felicità delle comunità locali delle città coinvolte nell’evento. Si percepisce già da ora un’attesa e una voglia di partecipare notevole da parte della popolazione. Da questo punto di vista sono gli eventi gratuiti che contribuiscono, ancor più di quelli riservati al pubblico pagante, a creare questo genere di attese positive. Eventi gratuiti che, rimarco, dal punto di vista di noi organizzatori, rappresentano un costo secco, ma che rendono grande ed unica Umbria Jazz”.