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Si apre il percorso che porterà la Fiom Cgil di Terni al suo 7° congresso provinciale, in programma il 13 e il 14 ottobre 2022 (ma le assemblee di base nei luoghi di lavoro partiranno già a fine mese). Oggi, martedì 5 luglio, nel corso dell’assemblea generale del sindacato delle tute blu ternane, a cui ha preso parte il segretario della Fiom Cgil nazionale Luca Trevisan, è stato fatto il punto sulla situazione del contesto nel quale si svolgerà questo importante appuntamento democratico per il sindacato. “Nella provincia di Terni – si legge nell’ordine del giorno approvato dall’assemblea – già area di crisi complessa prima delle nuove emergenze, il lavoro è sempre più precario e frammentato, nonostante il recente accordo con la nuova proprietà di Acciai Speciali Terni che di fatto cancella il lavoro somministrato all’interno dell’azienda, accordo fortemente voluto dalla Fiom, come segnale di netta discontinuità, dopo che la multinazionale aveva introdotto lo staff leasing in tutti i reparti produttivi. Ora – sottolinea il sindacato – serve la discussione del piano industriale e serve l’accordo di programma di cui si sono perse le tracce. Le situazioni di incertezza in cui versano i lavoratori dell’indotto e alcune aziende della filiera del tubo, possono trovare risposte solo dentro una discussione complessiva che non può più essere rinviata”.

Sul piano generale la Fiom Cgil di Terni giudica “positivi e incoraggianti” i risultati che arrivano dalla campagna per il rinnovo delle Rsu: Ast, 25% e 7 delegati eletti, uno in più rispetto alla precedente tornata; Pallotta, per la prima volta al voto, un delegato e il 43,5%; Imec, 2 delegati e 69,7% dei voti; aumentano le aziende nelle quali la Fiom Cgil è l’unico sindacato ad avere una rappresentanza. “Tutto questo consenso ci chiama ad una responsabilità e alla difesa del sindacato confederale, generale e di rappresentanza – si legge ancora nell’odg approvato dall’assemblea – Il ruolo del sindacato, a differenza di quanto succede per i partiti, viene riconosciuto come dimostrano le altissime percentuali di partecipazione al voto (in provincia di Terni oltre il 90%). Anche in questo contesto, però, rischiano di essere premiate le semplificazioni e la risposta individuale anziché collettiva, che spinge anche una parte del sindacato confederale in una logica corporativa. Serve, invece, una riunificazione del mondo del lavoro, delle sue peculiarità nelle diverse articolazioni”.