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“Le elezioni delle Rsu dentro le fabbriche sono sempre un momento fondamentale di democrazia, ma queste elezioni all’Ast di Terni hanno una rilevanza ancora maggiore per la fase cruciale nella quale si svolgeranno e per la grande responsabilità che comporteranno, responsabilità che la Fiom Cgil sente fortemente”.

Lo ha dichiarato Gianni Venturi, responsabile siderurgia della Fiom Cgil nazionale, intervenendo oggi all’assemblea generale della Fiom Cgil di Terni, che si è svolta presso il Circolo lavoratori Terni. “Dobbiamo ricordarci sempre che Arvedi ha deciso di investire in Ast perché i lavoratori di questa azienda l’hanno difesa nel corso degli anni, preservandone la forza e le potenzialità – ha osservato Venturi – ma ora c’è il passaggio fondamentale del nuovo piano industriale, che deve comportare un confronto serrato con l’azienda su investimenti, volumi e occupazione. Tre temi decisivi per il futuro di chi lavora nelle acciaierie ternane e per l’intero territorio”.

Per Venturi l’Ast che si va definendo “non sarà in semplice continuità con quella conosciuta in questi anni”. “Ci sarà un grado di innovazione sull’organizzazione del lavoro, sulle fonti energetiche e sulla produzione che configura una sfida inedita – ha detto il sindacalista Fiom – E una configurazione così complessa, che chiama in causa il rapporto tra i contenuti del lavoro e la professionalità e la partecipazione di chi quel lavoro lo svolge, non può essere semplicemente evocata in qualche convegno o seminario. Sarà la contrattazione ad essere decisiva e per questo il voto di fine maggio per il rinnovo delle Rsu assume un’importanza straordinaria. Tanto più – ha aggiunto Venturi – in un contesto generale come quello che stiamo vivendo, con una guerra, quella portata dalla Russia in Ucraina, che comporterà inevitabilmente nei prossimi mesi ripercussioni, soprattutto sul nostro sistema manifatturiero, di cui troppo poco si parla, ma che rischiano di essere pesantissime. Per questo la Fiom e la Cgil – ha concluso Venturi – insistono sulla necessità di spingere in tutti i modi per una soluzione diplomatica del conflitto, opposta a quella del riarmo, senza la quale il massacro continuerà e le conseguenze economiche per l’Europa e l’Italia in particolare saranno sempre più drammatiche”.