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Un miliardo di investimenti in “quattro, cinque anni”, per “rilanciare” l’azienda e “ridarle la competitività che merita”: è quanto ha annunciato oggi il presidente della holding Finarvedi, Giovanni Arvedi, illustrando alla stampa il piano industriale dell’Ast di Terni, acquisita recentemente dal gruppo di Cremona dalla multinazionale tedesca ThyssenKrupp. Con lui l’ad Mario Caldonazzo, il responsabile delle relazioni industriali Giampietro Castano e il direttore di stabilimento, oltre che membro del board, Dimitri Menecali.

Il piano – che sarà attuato in due tempi – prevede la realizzazione di nuovi impianti (in particolare un nuovo laminatorio a freddo, una nuova linea di ricottura brillante, un’altra di decapaggio, laminazione e ricottura per acciaio inossidabile e un nuovo forno di riscaldo bramme con combustione idrogeno-metano) e di un innovativo parco rottame, oltre ad nuovo complesso di finitura per acciaio magnetico di 50 mila metri quadro coperti.

“L’azienda è stata mutilata, perché aveva un tavolino a tre gambe: le fucine, l’acciaio magnetico e quello inossidabile. Ora dobbiamo ritrovare queste tre gambe per competere con gli altri produttori europei” ha detto Arvedi parlando del ritorno del magnetico. L’obiettivo della proprietà è quello di utilizzare l’intera capacità produttiva dei due forni presenti in acciaieria, portandola fino a circa un milione 600 mila tonnellate.

“Ast -ha spiegato ancora Arvedi – ha avuto dieci anni di intorpidimento, non dovuti a responsabilità dei dirigenti e degli operai, ma alle circostanze della proprietà. Dobbiamo quindi recuperare una cultura vincente e competitiva. Ma l’azienda per essere competitiva ha bisogno delle strutture, quindi degli impianti. E’ quindi il momento di riaggiornare e ottimizzare i processi produttivi”.

Il piano si svilupperà inoltre “sulla base” di un Accordo di programma che coinvolgerà anche istituzioni, locali e nazionali, e sindacati ed affronterà la questione dell’energia, in particolare per “permettere la produzione di idrogeno verde (con cui verranno alimentati tutti i forni di riscaldo degli impianti, ndr) e quindi la decarbonizzazione”.

“Salute, sicurezza e ambiente – ha spiegato Arvedi – sono le parole chiave del nostro pensiero, legate sia all’aspetto professionale, sociale e umano che a quello strutturale”.