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Una situazione in “netto miglioramento” rispetto al 2020 ma “tutt’altro che rosea”; una “crescita intensa con prospettive positive” ma “fragile e caratterizzata dall’incertezza”: questo il quadro che emerge dalla relazione economico sociale di fine anno dell’Agenzia Umbria ricerche, illustrata dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, e dal commissario straordinario Aur Alessandro Campi. “L’Umbria che riparte” il titolo scelto dall’Aur per lo studio, definito però “non enfatico e inutilmente ottimista” visto che arriva dalla “fotografia statistica ed empirica” che i ricercatori dell’Aur hanno potuto rilevare.

“Tutte le fonti – ha spiegato Campi – dicono che nel 2021 c’è stata una significativa ripresa economica dell’Umbria. Si sono quindi poste le basi solide perché nel 2022, anno decisivo anche per l’impatto del Pnrr, si possa procedere nella stessa direzione”. Una ripresa nel 2021 – emerge dalla relazione – quindi non diffusa in modo omogeneo, con settori ancora indietro. Così come sul piano sociale, dove la crescita del mercato lavoro ha lasciato però ai margini giovani e donne. L’obiettivo ha sottolineato la presidente Tesei, è recuperare ora quanto perso con la crisi pandemica ma anche il gap che si è venuto a creare nell’ultimo ventennio partendo da quanto già fatto. “Il 2021, così come il 2020, ha visto l’Umbria fare come e meglio della media nazionale su molti parametri – ha sottolineato – tutto frutto di risorse e di misure regionali nuove, di un paradigma e di una idea che ha messo al centro di una serie di azioni l’impresa, cosa che avrà rilevanza su molte altre questioni”.