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Tempesta, la vita (e non la morte) di Giacomo Matteotti. E’ il titolo del libro scritto da Antonio Funiciello, edito da Rizzoli, oggetto dell’incontro in programma venerdì 21 giugno alla sala videoconferenze della Bct dalle ore 17. “Per i temi di italiano degli esami di maturità delle scuole superiori, il governo delle destre, il Ministro della Pubblica istruzione e le commissioni miniteriali tecnico-didattiche che hanno il compito di proporre e selezionare gli argomenti per le prove si sono dimenticati del fatto storico di 100 anni fa: il rapimemto e il barbaro assassinio di Giacomo Matteotti. Hanno perso un’occasione, dimostrando di non avere memoria. Compito di riformisti, socialisti e democratici tenerla viva” dicono i promotori dell’iniziativa.

Discuteranno con l’autore Alberto Stramaccioni, docente di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi per Stranieri di Perugia, Presidente dell’Istituto di Storia dell’Umbria Contemporanea, l’avvocato Andrea Cavicchioli, presidente della Provincia di Terni 1999-2009; Fabio Paparelli, docente di Economia e Diritto e consigliere regionale dell’Umbria. I lavori della presentazione saranno coordinati da Alberto Pileri e Federico Novelli, componenti del Comitato promotore per le iniziative per il 100° anniversario di Giacomo Matteotti. L’iniziativa è organizzata dal Comitato promotore di Terni per il 100° Anniversario di Giacomo Matteotti in
collaborazione con Bct-biblioteca comunale di Terni.

Quest’anno ricorre il 100° anniversario del rapimento dell’onorevole Giacomo Matteotti e del suo barbaro assassinio per mano di una squadra di killer fascisti, membri della polizia politica del regime. Un omicidio politico rivendicato dal capo del governo, Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, “Tempesta” per i suoi compagni di partito, è stato amministratore comunale, giornalista e parlamentare del Partito Socialista Italiano. Socialista riformista, della corrente di Turati, Treves, Modigliani, antimilitarista internazionale e segretario, da ottobre 1922 fino alla sua uccisione datata 10 giugno 1924, del Partito Socialista Unitario.

Difensore del Parlamento, dei diritti civicili, politici e sociali dei lavoratori della terra e dell’industrial. Leader e fiero oppositore del fascismo come partito armato e violento, e del regime fascista dittatoriale. “Io non accuso, racconto i fatti” disse nel suo ultimo discorso alla Camera pronunciato il 30 maggio 1924, nel corso del quale denunciò i brogli ed il clima di intimidazione e violenza in cui si svolsero le elezioni politiche, di cui chiese l’annullamento. “Voi volete – disse rivolto ai banchi del governo e ai settori della maggioranza – ricacciare indietro l’Italia, mantenere la nazione divisa in padroni e sudditi. Noi difendiamo la libertà e la libera sovranità del popolo italiano. Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”.