
Il personale della Polizia di Stato di Perugia, a seguito di chiamata al Numero Unico di Emergenza Europeo, è intervenuto presso un’abitazione per una violenta lite in famiglia, nell’ambito del quale ha arrestato in flagranza differita un uomo, classe 1983, per il reato di maltrattamenti in famiglia e rapina aggravata.
Gli agenti della Squadra Volante, giunti presso l’abitazione, hanno preso contatti con la vittima, la quale ha riferito che l’ex marito, in stato di alterazione dovuto all’abuso di sostanze alcoliche, si era recato nel suo appartamento insultandola e chiedendole di consegnargli del denaro per acquistare della sostanza stupefacente.
La donna ha poi raccontato che al suo rifiuto, l’ex marito l’aveva minacciata con un grosso coltello, circostanza che l’aveva indotta ad assecondare le richieste dell’uomo e a consegnagli il denaro in suo possesso.
L’uomo, successivamente allontanatosi dall’abitazione, è stato in seguito rintracciato dagli operatori nei pressi del condominio.
Sottoposto a perquisizione personale, lo stesso è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente tipo cocaina. Inoltre, all’interno dell’abitazione, i poliziotti hanno rinvenuto il coltello da caccia utilizzato dall’uomo per minacciare la vittima, arma poi sottoposta a sequestro.
Già in passato la donna era stata violentemente aggredita dall’ex compagno, riportando una prognosi di 10 giorni nello scorso mese di febbraio. Per queste ragioni la vittima aveva installato un sistema di videosorveglianza nella propria abitazione, circostanza che ha consentito ai poliziotti – una volta accertato quanto accaduto – di procedere all’arresto in flagranza differita del 42enne per il reato di maltrattamenti in famiglia e rapina aggravata e sanzionato amministrativamente per detenzione di stupefacente per uso personale.
Su disposizione del Pubblico Ministero, l’uomo è stato quindi trattenuto presso il carcere di Perugia – Capanne, in attesa dell’udienza di convalida, a seguito della quale l’arresto in flagranza differita è stato convalidato ed è stata applicata – come richiesto dal P.M. – la misura della custodia cautelare in carcere essendo stato riconosciuto il pericolo di reiterazione del reato.