Mercoledì 20 novembre scorso., i Carabinieri della Sezione Operativa di Terni e della Stazione di San Gemini hanno arrestato due 49enni, un campano e una donna del luogo, per tentata truffa in danno di un’anziana.
La tecnica del raggiro è sempre la stessa, un sedicente maresciallo dei Carabinieri contatta la vittima sull’utenza fissa dell’abitazione, rappresentando che il figlio dopo aver investito un pedone è in stato di fermo e per poter essere liberato deve essere pagata una somma, in questo caso 10.000 euro, in denaro o equivalente in monili d’oro, da consegnare a un incaricato che si presenta per il ritiro a domicilio.
Stavolta i truffatori non hanno fatto i conti con l’86enne che, insospettita dalla telefonata allarmistica, ha avvisato il nipote che, a sua volta, ha segnalato il fatto al 112.
La Centrale Operativa dei Carabinieri, che a seguito di altre segnalazioni di tentativi di truffa aveva già concentrato tre pattuglie in zona, le dislocava a cinturazione dell’area, inviava personale in abiti civili, mentre il comandante della Stazione di San Gemini raggiungeva l’anziana per garantire la sua sicurezza. I Carabinieri della Sezione Operativa appostati nei pressi dell’abitazione della donna, notavano passare nella via una Fiat Panda, con a bordo due persone, che si allontanava e poi transitava nuovamente di fronte alla casa della vittima. Capito che gli occupanti stavano facendo un sopralluogo preventivo prima di presentarsi per il ritiro dei soldi, i militari intervenivano fermando il veicolo condotto dall’uomo. Nonostante entrambi, inizialmente, negassero il coinvolgimento nella truffa, i Carabinieri procedevano alla perquisizione personale e veicolare. Proprio questa attività permetteva di riscontrare che sul cellulare della donna vi era attivo il tracciato gps con impostato il civico della vittima.
I due venivano quindi arrestati per il concorso nel tentativo di truffa. Il giorno successivo l’arresto veniva convalidato dal Giudice del tribunale di Terni, che disponeva nei confronti dell’uomo la misura cautelare del divieto di dimora nella Provincia di Terni, mentre nei confronti della donna quella dell’obbligo giornaliero di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Il procedimento è pendente in fase di indagini preliminari e sino ad eventuale condanna irrevocabile gli indagati devono ritenersi innocenti.