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I Carabinieri della Compagnia di Poggio Mirteto hanno tratto in arresto due cittadini stranieri, domiciliati nella provincia di Roma, per spaccio di sostanze stupefacenti e coltivazione di piante di canapa indica.

I due cittadini stranieri sono stati sorpresi mentre si prendevano cura di un’intera piantagione di canapa indica, in piena infiorescenza, all’interno di un terreno incolto, sito nel comune di Fara in Sabina e di proprietà di una terza persona poi risultata estranea ai fatti.

Gli arresti sono stati eseguiti al termine di un’attività di indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Fara in Sabina in stretta collaborazione con quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, i quali nel corso di un servizio di appostamento, svolto all’imbrunire, hanno notato i due arrestati avvicinarsi al campo, muniti di tubi e varia attrezzatura agricola, per coltivare ed innaffiare le piante. Notato ciò, i militari sono prontamente intervenuti bloccando i due cittadini stranieri, dichiarandoli in stato di arresto.

Le piante presenti, complessivamente centocinquanta, tutte in infiorescenza, che a breve sarebbero state raccolte per la successiva lavorazione, sono state estirpate dai militari.

Gli accertamenti sono stati poi estesi all’interno di un capannone industriale, dove i due dimoravano, in parte adattato a civile abitazione, al cui interno sono stati recuperati circa tre chilogrammi di infiorescenze, già pulite e separate dal fusto, e altri dodici chilogrammi misti a rami, ancora da pulire, raccolti in sacchi della spazzatura.

A conferma del fatto che il luogo scoperto fosse stato attrezzato come una vera e propria fabbrica della droga è stato il rinvenimento all’interno del capannone di deumidificatori, termometri di precisione, attrezzatura e sacchi per il sottovuoto insieme a numeroso altro materiale per il confezionamento della droga, pronta per essere spacciata.

Inoltre, addosso ai due arrestati, sono stati rinvenuti oltre 2.000 euro (per lo più in banconote da cinquanta euro), sottoposti a sequestro in quanto ritenuti provento della precedente attività di spaccio.

Il Magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti, prontamente informato dei fatti, dai Carabinieri operanti, ha disposto che i due venissero sottoposti agli arresti domiciliari.

La loro posizione nel territorio italiano sarà valutata dalle Autorità competenti che, al termine dell’iter giudiziario, potrebbero anche disporne il rimpatrio.

Si precisa, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.