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«Il caso Fentanyl non esiste». Lo ha detto il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, a margine di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina presso la Questura del capoluogo regionale umbro.

Lo scorso mese di aprile, la cronaca nazionale di numerose testate giornalistiche e televisive aveva riportato gli esiti delle analisi chimiche effettuate dal laboratorio analisi tossicologiche dell’Università degli Studi di Perugia, confermate dall’Istituto Superiore della Sanità, su un campione di sostanza stupefacente consegnato al laboratorio perugino da personale di una cooperativa che opera nel settore dei servizi sociali e socio-sanitari nel territorio di Perugia e della sua provincia, fornendo supporto psicologico ai tossicodipendenti, nonché dispositivi sanitari utili a ridurre i rischi legati al consumo di droghe.

Più in particolare, la voluminosa rassegna stampa, nazionale e locale, aveva evidenziato la presenza dell’oppioide fentanyl in alcuni milligrammi di sostanza stupefacente, tipo eroina, consegnato spontaneamente da una tossicodipendente a personale della predetta cooperativa che, nella circostanza, avrebbe raccolto le confidenze della giovane donna la quale, nell’assumere tale sostanza, avrebbe percepito un anomalo malessere.

In questi casi, in base ai protocolli sottoscritti tra il S.E.R.D., la cooperativa ed il laboratorio universitario, il personale dell’associazione aveva raccolto il campione della sostanza fornita dall’assuntore perché venisse preliminarmente analizzata e, in seguito, inviata al “Laboratorio Analisi Tossicologiche dell’Università degli Studi di Perugia, per ulteriori approfonditi accertamenti.

Le notizie di cronaca suddette, non veicolate preventivamente anche a questa Procura per le doverose attività di riscontro in questo territorio, avevano generato un comprensibile ed elevato allarme sociale in quanto per la prima volta in Italia il fentanyl era stato rilevato in una dose di stupefacente spacciato in strada.

Di conseguenza anche il Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva diramato sulla vicenda l’allerta nazionale.

La gravità dei fatti segnalati dalla cronache nazionali ha indotto, pertanto, questa Procura, onde scongiurare più gravi conseguenze dallo spaccio al dettaglio in questa Provincia di dosi di stupefacente contenenti la pericolosa sostanza in argomento, a richiedere uno sforzo significativo alla Polizia di Stato delegata ed il concorso nelle investigazioni non solo dell’ufficio investigativo con competenza provinciale, la Squadra Mobile , ma anche il concorso degli uffici centrali specialistici della Polizia di Stato, il Servizio Centrale Operativo, il Servizio Polizia Scientifica e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.

Gli approfondimenti delegati alla Polizia di Stato sono stati innanzitutto indirizzati sullo stupefacente sequestrato a spacciatori e tossicodipendenti, dall’inizio dell’anno in corso.

Sono stati, infatti, analizzati dai laboratori del Servizio Polizia Scientifica di Roma le componenti chimiche contenute in tutti i campioni di stupefacente sequestrato in strada nel capoluogo umbro e nella provincia, nel corso degli ordinari servizi di prevenzione e contrasto allo spaccio al dettaglio. Tale minuziosa analisi è proseguita sino ad oggi ed ha interessato anche lo stupefacente sequestrato nel corso di operazioni di polizia.

L’esito di tali approfondimenti di tipo preventivo e laboratoriale è stato negativo; non sono state rilevate tracce di fentanyl nello stupefacente sequestrato amministrativamente e penalmente nel periodo monitorato.

Analoga preventiva attività di analisi è stata richiesta da questa Procura della Repubblica all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Perugia.

Anche tali approfondimenti hanno dato esito negativo circa la presenza di fentanyl.

Alla Polizia di Stato, poi, è stato delegato l’accertamento dei fatti segnalati dalla cooperativa e lo svolgimento di investigazioni nel capoluogo finalizzate ad identificare lo spacciatore della dose contenente il fentanyl.

Nello svolgimento di tali articolate attività investigative, grazie anche al concorso del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, si è fatto ricorso ad operazioni di natura speciale con l’utilizzo di operatori undercover ed il ricorso all’istituto del sequestro e dell’arresto ritardato oltre che dell’utile supporto delle attività tecniche di intercettazioni telefoniche.

Parallelamente, sempre attraverso operatori specializzati della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo è stato avviato il monitoraggio del web e del darkweb al fine di scongiurare l’attivazione di canali di vendita on-line dell’oppioide sintetico fentanyl diretti a commercializzare tali sostanze in Italia.

Il monitoraggio della rete, anche questo proseguito per mesi, non ha portato all’individuazione di siti specificatamente rivolti al mercato perugino e italiano.

Nell’ambito degli approfondimenti delegati, la Polizia di Stato ha cercato di risalire all’identità della persona che aveva consegnato il campione di stupefacente che, secondo gli accertamenti svolti, avrebbe contenuto in percentuale le seguenti sostanze: il 50% di eroina, il 30% di codeina, il 15% di diazepam ed il 5% di fentanyl.

Tali percentuali di sostanze rilevate nel campione consegnato, così come indicate, nette e precise, avevano destato qualche perplessità.

La persona che aveva consegnato il campione agli operatori della cooperativa è stata identificata grazie a complesse e articolate investigazioni svolte dalla Squadra Mobile di Perugia e dal Servizio Centrale Operativo di Roma.

La predetta ha poi fornito una versione parzialmente diversa da quella riferita dagli operatori della cooperativa, soprattutto in ordine agli effetti anomali verificatisi dopo l’assunzione della dose.

Le investigazioni svolte attraverso l’utilizzo di operatori della Polizia di Stato che hanno agito sotto copertura in varie zone della città, hanno consentito di identificare e trarre in arresto l’uomo che è ritenuto colui che ha ceduto la dose di eroina contenente il fentanyl, un cittadino nigeriano di anni 26, già noto alle forze di polizia.

Le indagini delegate alla Polizia di Stato hanno, inoltre, permesso di ricostruire lo spaccio al dettaglio svolto in alcune piazze perugine – Fontivegge, Parco Santa Margherita, zona Sant’Anna – ed identificare i presunti responsabili dell’attività medesima.

In particolare, gli agenti sotto copertura hanno simulatamente acquistato dagli spacciatori almeno tre dosi per ognuno, al fine di poter avere riscontri maggiori sulla presenza o meno del Fentanyl nelle dosi vendute.

Complessivamente la Squadra Mobile di Perugia e il Servizio Centrale Operativo hanno proceduto ad individuare nel corso della presente indagine sette persone, tutte straniere e quasi tutte irregolari nel territorio dello Stato e senza fissa dimora, presunti autori dello spaccio e sequestrare, durante il periodo oggetto di monitoraggio e riscontro, 36 dosi di eroina, due di cocaina e 800 grammi di hashish.

Anche la suddetta sostanza stupefacente è stata sottoposta ad analisi presso i laboratori del Servizio Polizia Scientifica di Roma che non ha riscontrato la presenza di fentanyl né di altre sostanze diverse da quelle comunemente individuate.

I soggetti non arrestati dell’immediatezza sono stati poi tratti in arresto dopo la conclusione dell’attività sotto copertura a partire dagli ultimi giorni di Agosto e nello svolgimento di tale attività la Squadra mobile ha proceduto a sequestrare ulteriore sostanza stupefacente in possesso dei predetti.

Gli arresti sono stati tutti convalidati dal Gip di Perugia che ha emesso nei confronti degli indagati misure cautelari di varia natura, in qualche caso la custodia cautelare in carcere o il divieto di dimora in Umbria.

Il Procuratore della Repubblica Raffaele Cantone