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I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Cittaducale, con la collaborazione di quelli della Compagnia Carabinieri di Caivano (NA), hanno notificato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora, disposta a carico di un ventiquattrenne di origini straniere.

Il provvedimento è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria di Rieti sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dai militari dell’Arma nei confronti dell’indagato, ritenuto responsabile, insieme a un suo connazionale, tuttora in fase di identificazione, della creazione di una piazza di spaccio di varie sostanze stupefacenti (cocaina, eroina e hashish) all’interno di un’area boschiva situata nella frazione Santa Rufina di Cittaducale.

L’indagine ha tratto origine dall’arresto in flagranza di un cittadino straniero avvenuto lo scorso marzo. In quella circostanza, i militari dovettero fronteggiare la resistenza opposta dallo spacciatore che, circondato dai Carabinieri, tentò una fuga precipitosa tra le fitte sterpaglie del bosco, dove fu bloccato e ammanettato. Nel bivacco allestito tra la vegetazione, durante l’operazione di polizia giudiziaria, furono rinvenuti e sequestrati bilancini di precisione, materiale per il confezionamento, telefoni cellulari, tablet e personal computer.

Grazie ad un’attenta analisi dei dispositivi sequestrati, è stato possibile identificare tutti coloro che avevano acquistato droga da quegli spacciatori e ricostruire ben 123 episodi di cessione di sostanze stupefacenti di cui sono ritenuti responsabili i due stranieri ora indagati. Questi, di volta in volta, tramite social network, comunicavano agli acquirenti il punto preciso del bosco in cui recarsi per ritirare lo stupefacente.

La ricostruzione dei vari episodi di spaccio è stata così meticolosa che l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo, a carico degli indagati, della somma di 44.500,00 euro, individuata come guadagno derivante dai vari episodi di spaccio documentati dai Carabinieri.

L’esecuzione della misura cautelare in argomento risulta essere l’ennesimo risultato raggiunto dell’Arma reatina nella lotta al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti perpetrato da spacciatori, per lo più stranieri senza fissa dimora, i quali organizzano temporanee basi di spaccio all’interno delle zone boschive e rurali, comunque vicine ai maggiori centri urbani della provincia, per approfittare dell’assenza di sistemi di videosorveglianza e delle numerose vie di fuga.

Si dà atto, come di consueto, che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.