“Utenze non pagate, mal calcolate e un nuovo bando tutto da scrivere e da capire. Una serie di criticità sulle quali vogliamo vederci chiaro. Per questo ho depositato una interrogazione sul tema, con l’obiettivo di fare chiarezza”. Così il consigliere regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, presentando una interrogazione che mira a “chiedere un approfondimento circa il mancato pagamento da parte del bar dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia”.
“Da qualche giorno – spiega Bori – è diventata di pubblico dominio la notizia del mancato rimborso delle bollette di luce e acqua da parte della società per azioni del nord Italia, titolare dell’appalto di servizio che gestisce il bar dell’ospedale di Perugia, all’amministrazione del nosocomio. Un mancato rimborso del valore di quasi 2 milioni di euro. Nello specifico si tratterebbe di un milione per le bollette della luce e 850mila per il consumo di acqua. Cifre regolarmente pagate dall’Azienda ospedaliera ai fornitori delle utenze ma non contabilizzate, come da regola dell’appalto, e quindi non rimborsate ai titolari del bar”.
“Della vicenda si è occupata la Procura di Perugia, la quale ha segnalato per competenza il tutto alla Corte dei Conti. I dirigenti dell’ospedale hanno poi deciso di rimettere a bando l’intero servizio. E’ stato quindi pubblicato il 13 dicembre scorso, con scadenza entro il 24 gennaio 2024. Il bando è diviso in tre distinti lotti che comprendono il servizio gestione bar interno all’azienda ospedaliera, il servizio somministrazione di alimenti e bevande calde e fredde e prodotti di igiene di prima necessità presso distributori automatici, per un valore totale di quasi 3 milioni e un appalto di sette anni. Troppi però i dubbi rimasti aperti: la ex società appaltante potrà partecipare al bando e quale è il destino dell’accordo stilato tra la Spa e l’amministrazione ospedaliera per rateizzare il mancato pagamento delle bollette? Rispondendo ad un altro question time sul tema, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, aveva detto che mancano i documenti sullo storico dei costi delle utenze che l’attuale gestore del bar avrebbe dovuto sostenere. Dall’istruttoria successiva è emerso che non erano stati installati i contatori per la misurazione dei consumi energetici. Non erano state pagate le utenze previste per un ammontare di oltre un milione di euro più Iva. Poi i parametri sono stati rivisti e l’ammontare è sceso a 580mila euro più Iva. Occorre dunque capire perché non è stata chiesta la restituzione dell’intero importo dovuto e come mai sono stati rivisti i parametri per il calcolo del debito. Fondamentale anche capire se all’ex società appaltante verrà permesso di partecipare alla gara”.