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È ripartito da palazzo Spada alla volta dell’Abruzzo il camper dei diritti della Flc Cgil, il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza. Una “carovana” che sta attraversando il Paese per incontrare e ascoltare i territori, portando un messaggio molto chiaro: l’istruzione, diritto garantito dalla Carta Costituzionale, deve essere una su tutto il territorio nazionale.
L’Umbria il camper l’ha girata in lungo e in largo: partito da Assisi si è spostato a Foligno per poi raggiungere l’Alto Tevere e Gubbio e poi ancora Perugia, scendendo domenica verso Acquasparta e Orvieto, fino ad arrivare oggi a Terni. Ogni tappa è stata caratterizzata da incontri con la cittadinanza, le lavoratrici e i lavoratori di scuola e università, le istituzioni locali e, infine, i rappresentanti politici dell’opposizione che contrastano il disegno di legge Calderoli. A Terni, infatti, la carovana ha dato vita ad un’iniziativa pubblica in una gremita sala del consiglio comunale a Palazzo Spada, alla quale hanno partecipato l’onorevole Anna Ascani, vicepresidente della Camera, l’onorevole Antonio Caso, componente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), il professor Giuseppe Buondonno, insegnante di Lettere presso il Liceo Artistico Statale di Fermo e responsabile nazionale scuola per Sinistra Italiana, e Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil nazionale. Marco Vulcano, segretario generale della Flc Cgil di Terni, ha moderato il dibattito.
“Trentamila chilometri per portare in tutto il paese il messaggio che l’Italia è una, unica e unita e non può essere spezzata: questo è il senso del nostro viaggio – ha spiegato la segretaria generale della Flc Cgil nazionale, Gianna Fracassi – E in Umbria la risposta è stata importante, con tante tappe e una grande partecipazione sui vari territori, segno che questo progetto di autonomia differenziata, di cui purtroppo si parla molto poco, è in realtà avvertito come un pericolo dalla cittadinanza. Ecco – ha concluso Fracassi – il nostro obiettivo è proprio questo: parlarne, informare, portare a conoscenza del Paese i rischi gravissimi che stiamo correndo e ribadire che scuola, università e ricerca pubblica sono il motore dello sviluppo, del benessere e della giustizia sociale del nostro Paese. E ovunque si nasca e si viva devono restare uguali”.