Laura Santi, tramite una diffida inviata oggi, chiede al Governo di intervenire per porre fine ad un silenzio che dura ormai da più di un anno e che vede parte del suo stallo nell’ “assetto organizzativo dei comitati etici”.
La richiesta di Laura Santi al Governo è dunque chiara: la sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, che ha pieno valore di legge, affida ai comitati etici la funzione di esprimere un parere al fine di completare la procedura di accesso alla morte volontaria. I comitati etici, attivati dall’azienda sanitaria competente, hanno il dovere di espletare tale funzione nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale. Nessuna riforma infatti ad oggi ha inciso su tali funzioni previste dalla sentenza della Consulta.
Nonostante infatti la sentenza della Corte costituzionale abbia assegnato ai comitati etici attuali la funzione di esprimere un parere per garantire la tutela delle situazioni di vulnerabilità, l’azienda sanitaria umbra continua a negare tale funzione affermando che il comitato etico “non ha ancora un assetto organizzativo ed operativo per esprimersi nella materia in oggetto”. Non solo, l’azienda sanitaria, ha recentemente ribadito che “ad oggi l’assenza di un provvedimento normativo dedicato del legislatore nazionale, impedisce di soddisfare le esigenze manifestate dalla signora Santi, in un quadro di serena tutela anche degli operatori sanitari”.
Afferma Filomena GALLO, Segretaria dell’Associazione Coscioni e legale di Laura Santi: “Tale risposta, come chiarito nella diffida inviata oggi al Ministero della Salute e alla Presidenza del Consiglio, è del tutto priva di fondamento normativo, in quanto i decreti ministeriali di riordino dei comitati etici, pubblicati in G.U. il 7 febbraio u.s. non toccano le funzioni dei comitati etici che dunque, devono continuare a fornire, tra le altre cose, i pareri di cui alla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale”.
Secondo l’avvocata Filomena Gallo, che coordina il gruppo di studio e difesa* di Laura Santi, “Nella perdurante inerzia dell’azienda sanitaria, il governo ha un potere di sostituzione previsto dall’art. 120 Cost. per cui il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente può assegnare all’ente interessato un congruo termine per adottare i provvedimenti dovuti o necessari; decorso inutilmente tale termine, il Consiglio dei ministri adotta i provvedimenti necessari, anche normativi, oppure nomina un apposito commissario. Ogni azione del Governo differente da quanto indicato dalla Consulta determina violazione della Costituzione e illegittima invasione nei poteri della Consulta con un grave atto politico e di rispetto dello stato di diritto nel nostro paese ”.
APPROFONDIMENTO, CHI E’ LAURA SANTI
Giornalista, 48 anni affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla attende da oltre un anno il completamento della procedura per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni ai sensi della sentenza costituzionale n. 242/2019, ovvero per accedere all’aiuto al “suicidio assistito”, da parte della AUSL umbra di riferimento. Negli scorsi giorni ha annunciato, durante una conferenza stampa, le azioni legali intraprese a seguito di tali ritardi e omissioni.
Innanzitutto, un esposto alla Procura della Repubblica nei confronti dell’AUSL Umbria 1, depositata in data 31 maggio assieme al suo avvocato Filomena Gallo segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia.
Il reato contestato alla AUSL è l’omissione di atti d’ufficio ovvero in tutti questi mesi ha omesso di fornire una risposta completa che consentisse di concludere la procedura prevista dalla sentenza n. 242/2019 per accedere all’ aiuto al “suicidio assistito”.
A seguito delle (incomplete) verifiche, faticosamente ottenute, a distanza di oltre un anno dalla prima richiesta, Laura Santi è ancora in attesa di ricevere una relazione completa da parte dell’azienda sanitaria, che includa l’individuazione della c.d. “fase esecutiva”( farmaco idoneo e modalità di assunzione) ed il parere del comitato etico territorialmente competente che di fatto nelle sue funzioni deve agire come indicato dalla Consulta senza la necessità di interventi normativi che ne modifichino le competenze come sostiene l’azienda sanitaria.
In secondo luogo, un’azione in sede civile: un ricorso d’urgenza in Tribunale in cui si chiede un ordine del Giudice nei confronti dell’azienda sanitaria deve adempiere al completamento della procedura di verifica anche delle modalità e il parere del Comitato Etico. Si tratta dello stesso procedimento avviato dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni nelle Marche per conto di Federico Carboni, il primo italiano ad aver avuto accesso al “suicidio assistito” in Italia, dopo due anni di battaglie legali. La prima udienza relativa a questo ricorso d’urgenza è stata fissata per il prossimo 20 giugno.
foto da Associazione Luca Coscioni