Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Assisi sono intervenuti presso il Pronto Soccorso del locale nosocomio per la presenza di una persona che era stata vittima di aggressione.
Gli operatori, giunti sul posto, hanno preso contatti con un uomo – classe 1956 – che, con la maglietta sporca di sangue e diverse escoriazioni sul volto, ha riferito di essere stato aggredito da un collega di lavoro.
Il 66enne ha raccontato agli agenti di essere preoccupato per il figlio, un ragazzo di 19enne, che a bordo della propria auto si era messo alla ricerca dell’uomo per vendicarsi dell’aggressione subita dal genitore.
Al fine di agevolare l’individuazione del veicolo, il 66enne ha precisato che l’auto aveva il parabrezza infranto. Un danneggiamento provocato dal collega nel corso dell’aggressione.
Dopo aver lasciato l’uomo in cura ai sanitari, i poliziotti si sono messi alla ricerca dell’auto.
Nel corso delle attività di perlustrazione, è sopraggiunta una telefonata dalla Sala Operativa che segnalava la presenza in ospedale del 19enne. Il giovane, in escandescenza, aveva iniziato ad armeggiare con un estintore chiedendo al personale sanitario dove fosse l’aggressore del padre.
Giunti sul posto, i poliziotti hanno contenuto in sicurezza il giovane che, sentito in merito, ha confermato quanto accaduto, spiegando di essere in attesa che l’aggressore uscisse dal pronto soccorso.
Dopo aver riportato le parti alla calma, gli agenti hanno sentito il presunto aggressore – un uomo, classe 1975 – che ha raccontato di essere stato affrontato dal 66enne e dal figlio mentre dormiva all’interno del proprio camper. Ai poliziotti ha riferito che la lite, avviata il giorno precedente, era scaturita a seguito di una compravendita non andata a buon fine. La contesa era poi andata avanti per tutta la serata fino alle 5 del mattino.
Gli operatori, a quel punto, dopo aver identificato tutte le parti – gravate da precedenti di polizia – hanno proceduto con la perquisizione. Nell’auto del 66enne, i poliziotti hanno rinvenuto un trapano e un aerografo dei quali non è riuscito a dimostrare la lecita provenienza.
Al termine delle attività di rito, le tre persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per interruzione di pubblico servizio e lesioni personali. Il 66enne, inoltre, è stato denunciato anche per il reato di ricettazione.