Martedi 15 marzo la Polizia e la Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e ad un decreto di sequestro preventivo, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo nei confronti di cinque cittadini rumeni, di cui 2 destinatari della misura cautelare in carcero e 3 della misura degli arresti domiciliari, allo stato indagati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, truffa ai danni dello Stato, nonché per indebita percezione del reddito di cittadinanza. L’operazione ha interessato le province di Perugia, Roma, Milano, Pavia, Lodi, Fermo Mantova. Le attività investigative erano state avviate nel mese di agosto del 2020 dalla Squadra Mobile di Perugia a seguito della denuncia di un tentativo di estorsione, realizzato da tre rumeni, ai danni di un cittadino italiano, il quale. dopo aver incontrato una loro connazionale. all’interno di un’abitazione privata del capoluogo, si era appropriato della somma di 900 curo, rinvenuta in un borsello da donna all’uscita dall’appartamento. I’ uomo, di li a poco era
bersaglio del gruppo che protendeva – minacciandolo anche di morte – la restituzione della somma di 3.000.00 euro. I successivi sviluppi consentivano di acquisire gravi indizi circa l’esistenza di un sodalizio, operante a Perugia, composto da uomini e donne, lutti provenienti dalla regione di Slatina, nell’arca meridionale della Romania, dedito allo sfruttamento della prostituzione di giovani donne connazionali. L’organizzazione, in particolare, reclutava le ragazze in Romania, spesso legate anche sentimentalmente ai componenti del gruppo, organizzando e favorendo il loro ingresso in territorio italiano, per poi obbligarle a prostituirsi, con minacce e violenze.
L’attività che le vittime erano costrette a praticare si svolgeva, di giorno, all’interno di abitazioni prese in affitto, anche attraverso la “pubblicizzazione” su siti internet, e di notte, lungo alcune arterie stradali della città, dove gli indagati gestivano in maniera organizzata le aree ove le ragazze sostavano, intervenendo, all’occorrenza per dirimere controversie tra di loro, imponendo una condizione di assoggettamento assoluto. Le indagini hanno consentito di ricostruire numerosi episodi di violenza fisica e psicologica perpetrati dai componenti il sodalizio criminale nei confronti delle donne, episodi che, per lo più, si verificavano allorquando queste ultime si rifiutavano di lavorare o ricavavano dalla loro attività somme giudicate insufficienti. Il guadagno ottenuto dallo sfruttamento delle donne è risultato molto significativo – nell’ordine di migliaia di euro al giorno – ed è stato sistematicamente incamerato dai componenti del sodalizio.
Sono destinatari del medesimo provvedimento restrittivo altri sci cittadini rumeni, attualmente irreperibili sul territorio nazionale, le cui ricerche saranno estese anche all’estero, mediante le previste procedure di legge.
Nel medesimo contesto investigativo il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia ha svolto, parallelamente, su delega della Procura, specifici accertamenti patrimoniali nei confronti dei soggetti facenti parte dell’individuato sodalizio, che palesavano una elevata disponibilità economica a fronte dell’ assenza di fonti reddituali ufficiali. Infatti, gli indagati risultavano avere la disponibilità di numerose auto di lusso (Porsche, Mercedes,
Audi e Bmw) nonché di immobili e terreni in Romania, como accertato mediante i canali di cooperazione internazionale, sebbene avessero avuto, tra l’altro, accesso al beneficio del reddito di cittadinanza. Nello specifico, in pochi mesi avevano già ottenuto indebitamente oltre 22 mila euro, somma che sarebbe ulteriormente lievitata senza la tempestiva comunicazione all’I.N.P.S. All’esito delle indagini patrimoniali, il Gip ha disposto il sequestro, anche nella forma per equivalente, dei beni nella disponibilità degli indagati, al fine di ripristinare il danno procurato alle casse erariali nonché di 8 autoveicoli, per un valore di 256.000,00 €, da ritenersi il frutto dell’attività di sfruttamento della prostituzione.