C’è un nuovo “ospite” all’ oasi Wwf di Alviano: si chiama Cartesio ed è un falco pescatore nato nel 2018 nella Riserva naturale della Diaccia Botrona (Grosseto), dato per disperso dopo che il suo Gps aveva smesso di funzionare, la cui ultima osservazione risaliva al 2020 in Calabria.
Ad attirare Cartesio ad Alviano è stato un nido artificiale installato all’interno dell’area protetta per favorire ed incentivare la nidificazione proprio di questa specie di rapaci, a rischio estinzione, nell’ambito del progetto denominato Falco pescatore.
“Ritrovarlo nella nostra Oasi è stata una doppia bellissima sorpresa” commenta Alessio Capoccia, responsabile dell’area. “Appena finiti i lavori – prosegue – si è posato sul nido, nel tipico atteggiamento del maschio che cerca la sua compagna scrutando dal suo posatoio il cielo”.
Con meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra Corsica, isole Baleari, Algeria e Marocco, la popolazione mediterranea di falco pescatore è una specie considerata vulnerabile e fragile.
Fino al 2011 il falco pescatore in Italia era estinto come nidificante e i dati storici relativi alle ultime nidificazioni accertate risalivano agli anni ’60-’70 in Sicilia e Sardegna e fine anni ’20 nell’isola di Montecristo, nell’arcipelago toscano. Proprio per questo è iniziato nel 2002 il progetto di salvaguardia e conservazione di questa specie che ha riportato una coppia di falchi pescatori alla prima nidificazione in Italia, dopo quasi mezzo secolo di assenza. Attualmente sono sette le coppie riproduttive presenti in Italia.
Il ritorno del falco pescatore è considerato di fondamentale importanza per la ricostituzione della complessa piramide alimentare che caratterizza gli ecosistemi acquatici di cui rappresenta il vertice. Il progetto Falco pescatore vede il coinvolgimento di vari parchi, oasi e riserve naturali distribuiti sul territorio nazionale, tra cui, da quest’anno appunto anche l’Oasi Wwf del lago di Alviano.