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Dall’1 al 28 gennaio nell’azienda ospedaliera di Perugia sono state prese in carico 36 donne in stato di gravidanza, positive al Covid. Di queste, 22 non erano vaccinate. Ventisette hanno già partorito, di cui 17 non vaccinate.

All’azienda ospedaliera di Terni, sempre nello stesso periodo, su 73 parti, cinque erano di donne positive e nessuna di queste era vaccinata: a rendere noto il dato è l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, spiegando che la vaccinazione anti-Covid in stato di gravidanza è raccomandata.

L’assessore ha sottolineato che “la presenza nei reparti di Ostetricia di pazienti positive determina una gestione più complessa per garantire percorsi Covid e non Covid nello stesso reparto, in quanto una partoriente positiva al Covid va ricoverata nei reparti di Ostetricia e ciò comporta un doppio binario per l’assistenza con un aumento di risorse economiche e di personale”.

“La Federazione italiana delle aziende ospedaliere – ha spiegato l’assessore Coletto – ha condotto un’indagine negli ospedali ‘sentinella’, dalla quale è emerso che una donna in gravidanza su sei partorisce mentre è positiva al Covid. Anche nelle due aziende ospedaliere dell’Umbria si riscontra il fenomeno e con molta probabilità il dato più alto registrato a Perugia è legato al trasferimento delle donne incinte-Covid dai presidi ospedalieri più piccoli all’azienda del territorio di riferimento”.

L’assessore Coletto ha quindi sottolineato che “la vaccinazione anti-Covid19 in corso di gravidanza è raccomandata, come conferma un recente documento Ema del 18 gennaio 2022. Inoltre le posizioni ufficiali a livello nazionale circa la vaccinazione nel periodo di gestazione, sono espresse nella circolare ministeriale del 29 settembre 2021.

L’Aifa – ha continuato Coletto, secondo quanto riferisce una nota della Regione – richiamandosi ai documenti ministeriali raccomanda la vaccinazione anti-Sars-CoV-2/Covid-19, con vaccini a mRna, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre. Relativamente al primo trimestre, la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento. Quindi, è lo stesso team vaccinale (in questo caso vaccinatore e ginecologo) che deve valutare, insieme alla gestante, l’opportunità di vaccinazione nel primo trimestre (non esiste un divieto assoluto) tenendo conto del profilo di rischio della gestante stessa.

La vaccinazione anti-Sars-CoV-2 comunque, non è controindicata in gravidanza e qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandarla, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione e sarà sempre comunque necessario avvisare la gestante dei rischi a cui lei ed il nascituro sono esposti ritardando la vaccinazione”.