Un ospite particolare in Comune nelle vesti di un intervistatore speciale per raccontare un fondamentale pezzo di storia della città di Orvieto. Questa mattina è stato ricevuto in Municipio il 15enne Alfred Witt, nipote del tenente colonnello tedesco della Lutwaffe, Alfred Lersen, che il 14 giugno del 1944 scrisse una lettera con cui dichiarando “Orvieto città aperta” salvò la Rupe e le sue meraviglie dai bombardamenti alleati.
La macchina da scrivere con cui venne scritta quella lettera è ancora conservata in Comune a Orvieto, nella stanza del sindaco che il 15enne tedesco – figlio della figlia del comandante Larsen – ha voluto incontrare per sottoporle una serie di domande per una tesi scolastica che racconterà proprio quell’avvenimento che salvò la città dalla distruzione. Protagonisti anche il vescovo di allora, monsignor Francesco Pieri, al quale Larsen promise che per rispetto dei tesori d’arte e fede custoditi in Duomo e in città non ci sarebbero stati combattimenti sulla rupe, e Richard Heseltine, il maggior inglese che arrivando a Orvieto con le truppe alleate che risalivano da Roma, ricevette la lettera. “Una storia interessante e importante per Orvieto e per la mia famiglia“, ha detto il ragazzo che si è fatto immortalare con la macchina da scrivere che il nonno Manfred Larsen regalò al Comune il 15 novembre 2016 in occasione di una visita a Orvieto.
Il giovane intervistatore ha voluto conoscere in particolare cosa fanno le scuole per ricordare ai suoi coetanei questo episodio della storia della città e quali saranno le prossime iniziative per ricordare l’avvenimento. Il sindaco ha evidenziato non solo i progetti che si stanno facendo le scuole nell’ambito del progetto “Colloquia. Come la musica salvò Orvieto”, lo spettacolo teatrale andato in scena a luglio scorso e che sarà riproposto a ottobre, ma ha anche ricordato come la macchina da scrivere e la storia del comandante Larsen siano i racconti più apprezzati dalle scolaresche che periodicamente visitano il Palazzo comunale. Alfred Witt e i suoi accompagnatori hanno poi visitato il Teatro Mancinelli.