Questa la relazione introduttiva di Flavio Lotti, Presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
Grazie a tutte e tutti voi che avete risposto all’invito della Fondazione PerugiAssisi e avete accettato di essere qui, oggi, in un momento drammatico, per difendere la pace, contro la guerra e contro il riarmo.
Grazie a tutte e tutti voi che siete venuti da tantissime parti d’Italia anche facendo un lungo viaggio, sopportando le fatiche, i sacrifici e i costi che tutto questo ha comportato.
Grazie a tutti gli Enti Locali, le scuole, le associazioni, le organizzazioni e i gruppi che numerosissimi hanno aderito a questa giornata di mobilitazione.
Grazie anche a tutti i cittadini e le istituzioni che ci hanno sostenuto anche economicamente perché il loro contributo è stato essenziale e invito tutti i presenti, se possono, a unirsi a loro aiutandoci a pagare almeno una parte delle spese di questa giornata.
Questa manifestazione era necessaria perché siamo in grande pericolo e sappiamo che non si sta facendo quello che si dovrebbe fare mentre la situazione internazionale e interna continua a peggiorare.
Questa manifestazione era necessaria perché sentiamo il dovere di rompere il silenzio e l’inazione che circonda
- le stragi quotidiane di persone trattate e uccise peggio degli animali,
- la terribile escalation delle guerre fratricide in corso,
- la politica disumana che ci impedisce di salvare la gente in mare,
- la distruzione di immense risorse economiche rubate alla cura delle persone che soffrono e sono abbandonate a sé stesse…
- le gravi violazioni dei principi e delle norme della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
Questa manifestazione era necessaria perché non possiamo smettere di chiedere a tutti i responsabili della politica di fermare le stragi, la carneficina di Gaza, l’escalation in Ucraina e in Medio Oriente e le forze stanno facendo di tutto per trascinarci dentro a questo spaventoso vortice.
Questa manifestazione era necessaria perché dobbiamo e vogliamo far crescere il movimento dei cittadini e delle istituzioni che si oppongono realmente alla guerra e alla corsa al riarmo – non il bla, bla, bla della pace.
Questa manifestazione era necessaria perché vogliamo dare avvio ad una mobilitazione unitaria contro ogni possibile aumento delle spese militari. Lo ripetiamo a chi dovrà votare la prossima legge di bilancio: Non un soldo per la guerra! Cura non bombe!
Questa manifestazione era necessaria perché dobbiamo e vogliamo ricostruire una coscienza, una cultura e una politica di pace che si esprima attraverso la cura degli altri, dell’umanità e del pianeta.
Sappiamo di essere in un momento critico segnato da tanta stanchezza, sfiducia, impotenza, rassegnazione, disorientamento…
Sappiamo di essere sotto la enorme pressione di una crisi economica sempre più pesante, di un sistema istituzionale e mediatico che fa di tutto per impedire la crescita della coscienza civile e del movimento per la pace
E’ incredibile ma è vero. In un paese fondato sul ripudio costituzionale (e non sulla semplice condanna) della guerra chi invoca e lavora per la pace (ovvero si fa parte attiva della Repubblica e dell’attuazione della sua Costituzione) viene attaccato, espulso dal sistema, messo all’indice,… Vediamo come trattano un uomo santo, un grande Papa, Papa Francesco…
Del resto questo è lo stesso trattamento che ricevono quelli che salvano le vite delle persone in mare, che aiutano i migranti, che protestano contro il cambiamento climatico,…
Sappiamo che non è facile impegnarsi per la pace mentre vieni attaccato, minacciato, messo ai margini,… Sappiamo che non è facile lavorare per la pace mentre cresce il senso di impotenza e di frustrazione per il susseguirsi di efferati crimini contro l’umanità che restano impuniti.
Ma sappiamo anche che quella che sta montando non è una guerra qualsiasi ma è quella terza guerra mondiale che potrebbe annientare l’Europa e il resto l’umanità e, ogni giorno che passa, impedire questo disastro diventa sempre più difficile.
Per questo vi abbiamo proposto di tornare ad Assisi, la città di San Francesco, la città del patrono d’Italia, la città dove arriva la Marcia PerugiAssisi, la città che dal 1961 è meta di centinaia di migliaia di persone che amano, invocano e costruiscono la pace.
Con questo nostro ritrovarci assieme, in tanti e diversi, ricchi di tanta umanità, noi diamo avvio ad una mobilitazione straordinaria che deve intensificarsi e diventare permanente, affinché le preoccupazioni di tante persone si trasformino presto in attivo intervento sui partiti, sui governi, sulle istituzioni locali, nazionali, europee, internazionali e sui grandi mezzi di comunicazione.
Le relazioni internazionali sono sempre più deteriorate e complicate. La competizione e le tensioni si trasformano sempre più spesso in guerre aperte. La corsa al riarmo si espande di giorno in giorno. Le bombe nucleari sono una minaccia sempre più reale. La crisi economica e la crisi climatica stanno intensificando la lotta per l’accaparramento delle risorse. Lo sviluppo senza regole dell’intelligenza artificiale ci sta esponendo a pericoli inediti di manipolazione e disinformazione.
Per affrontare tutte queste sfide globali e impedire nuove irreparabili catastrofi, abbiamo assoluto bisogno che i responsabili della politica internazionale, europea e italiana ricomincino a cooperare.
Con questo obiettivo il Segretario Generale dell’Onu ha proposto la convocazione del Summit del Futuro che si apre domani a New York. Per tentare di riunire e rigenerare una comunità che si sta disintegrando.
Se oggi, 21 settembre, vigilia del Summit del Futuro dell’Onu, siamo qui, è perché abbiamo colto l’importanza di questo sforzo e vogliamo costruire un’alleanza con tutte le donne e gli uomini che, dentro e fuori le istituzioni, lavorano incessantemente per difendere e costruire la pace nel mondo.
Questo è il tempo in cui dobbiamo riscoprire e ribadire il valore primario della pace. “Prima di tutto la pace” lo dobbiamo scrivere sui muri e nelle agende di tutto il nostro paese e di tutto il mondo.
“Prima di tutto la pace” non è un concetto morale ma è un imperativo politico universalista e pluralista. Perché la pace, che fino a qualche tempo fa abbiamo pensato come un bene, oggi è diventata molto di più: è diventata una necessità assoluta, una necessità vitale.
La pace è un bene supremo e un bene di tutti. Per questo, per difendere e affermare questo bene di tutti è indispensabile l’azione di tutte le singole persone come di tutte le organizzazioni e istituzioni locali, nazionali, europee e internazionali.
Per questo, abbiamo convocato e organizzato questa giornata, per riflettere assieme e per dare avvio, insieme a ciascuno di voi ad una mobilitazione straordinaria che, passando di bocca in bocca, di scuola in scuola, di città in città, di organizzazione in organizzazione possa far crescere un grande movimento unitario di cittadini e istituzioni per la pace.
Per organizzare e alimentare questa mobilitazione straordinaria, ciascuno è chiamato a dare il suo apporto.
Noi vi proponiamo oggi il programma di un anno che si chiama “Immagina” e che ci aiuterà nell’organizzazione, il 12 ottobre 2025, della più grande Marcia PerugiAssisi della storia.
E’ programma frutto di una bellissima collaborazione tra soggetti che hanno ruoli diversi: il Coordinamento nazionale enti locali pace diritti umani, la Rete delle Scuole di Pace, la Rete delle Università italiane per la Pace, la Rete delle Cattedre Unesco italiane e la Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace.
“Imagine all the People Living Together in Peace” – Immagina tutte le persone vivere insieme in pace. Questa è lo slogan della prossima PerugiAssisi e l’idea che ci accompagnerà in questo anno di lavoro e in questo percorso, che faremo assieme a due grandi fari che descrivono un orizzonte alternativo alla guerra totale: la lettera di Papa Francesco “Fratelli Tutti, per la fraternità e l’amicizia sociale” e l’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
In un mondo in guerra, noi vogliamo spingerci in una direzione e in un mondo diverso.
In un tempo buio, che uccide la fiducia e la speranza, noi vogliamo suscitare un sogno, antico e moderno: “il sogno di una società fraterna”.
La fraternità è l’alternativa alla guerra: l’altro orizzonte possibile.
Noi lo vogliamo immaginare, sognare, desiderare, costruire e realizzare assieme a tutti voi che siete qui riuniti e a tutte le persone che incontreremo nel cammino.
Per noi, questo incontro ad Assisi, nella giornata istituita dall’Onu per sviluppare in tutti un senso di responsabilità verso la pace, è dunque un nuovo inizio.
Dopo 940 giorni di guerra in Ucraina, dopo 350 giorni di massacri a Gaza,
noi dobbiamo riconoscere che alcune forze micidiali stanno facendo di tutto per trascinarci in guerra e che i principali responsabili della politica internazionale, europea e italiana non stanno facendo nulla per impedirlo. Anzi.
In totale violazione della legalità e del diritto internazionale dei diritti umani dimostrano assoluto disprezzo per la vita umana e per le sorti dell’umanità pensano solo a come continuare la guerra e a ingigantire il complesso militare-industriale si fidano solo delle armi, non hanno un’idea di come si possa mettere fine ai combattimenti, non hanno un’idea di come si possa arrivare alla pace, non hanno un Piano di pace, non hanno un’Agenda per la pace, stanno trascinando l’Europa intera in una guerra senza precedenti, stanno alimentando una vertiginosa corsa al riarmo mondiale, stanno aumentando le spese militari che costringono a tagliare le risorse per la salute e l’istruzione, stanno installando nuovi missili nucleari in Europa, ci stanno impoverendo lasciando tutti sempre più soli.
Per arginare e fermare questa drammatica deriva, foriera di sempre più estese sofferenze e devastazioni, dobbiamo continuare, senza mai stancarci, a chiedere l’immediato “cessate il fuoco!”, a dare voce alla domanda di pace, promuovere l’opposizione generale alla guerra ma soprattutto dobbiamo far crescere una nuova generazione di costruttrici e costruttori di pace. Persone che desiderano la pace, che la amano e siccome la vogliono la fanno, ci lavorano, si battono per ottenerla, s’impegnano a costruirla.
Il lavoro che ci attende è grande. Sappiamo che dobbiamo:
- (ri)costruire il nostro senso di responsabilità verso la pace. La pace è (anche) nelle nostre mani, nelle mani di tutti e di ciascuno;
- (ri)costruire la capacità nostra e delle nostre istituzioni di “fare la pace”. La pace è una cosa concreta che richiede azioni concrete ed efficaci;
- (ri)costruire la politica e le istituzioni della pace. Dalla più piccola alla più grande. Partendo dai paesi e dai quartieri delle nostre città, passando per l’Europa, fino ad arrivare all’Onu.
Con questi obiettivi, difficili ma necessari, diamo avvio a questa importante giornata di riflessione e di impegno.
Con questi obiettivi, ci rimettiamo in cammino, nella consapevolezza di essere chiamati a pensare, ma anche ad agire con gesti concreti, per ri-costruire una coscienza, una cultura e una politica di pace che si esprima attraverso la cura degli altri, dell’umanità e del pianeta.
La strada della pace è in salita, molto di più di quella che, simbolicamente, oggi pomeriggio, ci porterà nel cuore civico di Assisi. Spero che, in tanti, decideremo di affrontarla assieme.
Buona giornata e buon cammino a tutte e tutti.
Flavio Lotti, Presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace