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Il consiglio comunale di Orvieto ha respinto una mozione che impegnava la sindaca e la giunta ad attivarsi per garantire in tutti gli ospedali della Regione la somministrazione dei farmaci per l’aborto farmacologico (Ru486) con adeguate garanzie di privacy; a garantire la laicità dei Consultori; ad implementare i servizi consultoriali laddove necessario e a promuovere campagne di informazione e di educazione sessuale e socio affettiva da parte di operatrici ed operatori qualificati, oltre a a garantire un facile accesso gratuito a tutte le forme più moderne di contraccezione.
“La decisione assunta a maggioranza dal Consiglio comunale – scrive in una nota il coordinamento orvietano della Cgil – non solo cancella di fatto anni di lotte per il diritto all’aborto, ma travisa e disattende la stessa legge 194 il cui spirito è quello di favorire nei cittadini e nelle cittadine la consapevolezza in merito alla propria vita sessuale e alla gravidanza, attraverso la promozione dell’educazione sessuale e socio affettiva e il potenziamento dei servizi consultoriali. Da anni nel Comune di Orvieto mancano nelle scuole gli interventi degli operatori del Consultorio, un servizio ormai depotenziato e sconosciuto soprattutto agli e alle adolescenti, cui bisognerebbe, invece, offrire una corretta educazione sessuale e socio affettiva, un’ informazione sanitaria sulle malattie veneree, tutti gli strumenti e le conoscenze per prevenire gravidanze indesiderate, ma anche il supporto medico e psicologico nella difficile scelta di una eventuale interruzione”.
Per la Cgil di Orvieto è ora di dire basta agli attacchi alla libertà delle donne. “Quella in atto è una campagna volta non solo a colpire l’autodeterminazione della donne ma a minarne la stessa salute, riportando in auge gli aborti clandestini, o, per chi se lo può permettere, spingendo al ricorso alle cliniche private. La legge 194 – conclude il sindacato orvietano – va difesa in ogni sua parte e le donne e gli uomini della Cgil intendono farlo”.