Il nuovo piano regionale è evidente sull’incenerimento rifiuti nononostante che il sindaco Latini cerchi di imbonire i ternani. Le parole volano, le carte dicono che si ritorna alla carica con un modello obsoleto, ambientalmente ed economicamente controproducente”, sostengono in una nota congiunta i consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle, del Pd e di Senso Civico.
“Il piano regionale dei rifiuti voluto dalla giunta Tesei – proseguono i tre gruppi di opposizione – è fatto su misura per sfamare gli inceneritori di Terni. Chi mai spenderà 100 milioni di euro per costruire un impianto che dovrà bruciare 130 tonnellate annue di rifiuti, quando gli impianti sono già esistenti e già in funzione come nel caso dell’inceneritore di Acea? Il sindaco Latini dice che Comune e Regione sono consapevoli della situazione della conca ternana e che Terni non è idonea ad ospitare impianti per la chiusura del ciclo rifiuti.
Peccato soltanto che gli impianti già ci sono e proprio mentre la giunta comunale fa di tutto per far odiare ai ternani la raccolta differenziata, con una tariffazione puntuale che è servita solo a far aumentare i costi sulle tasche dei cittadini, il nuovo partner designato di Asm si oppone al parere della Regione Umbria rispetto la possibilità di estendere la tipologia di rifiuti da bruciare a Terni. Una posizione che non ha trovato finora alcun riscontro nella giustizia amministrativa ma che ha ampi varchi nella nuova programmazione
Tutto mentre il Comune si avventura in una spericolata ricapitalizzazione delle quote che probabilmente finirà proprio con il passaggio ad Acea della metà di Asm, e la conseguente ipoteca del futuro partner sull’indipendenza delle politiche in materia di gestione dei rifiuti.
La totale sudditanza delle destre a modelli obsoleti di gestione dei rifiuti è ormai un’evidenza acclarata. Differenziare e recuperare materia renderebbe inutile parlare di inceneritori in Umbria, semplicemente perché senza rifiuti da bruciare sarebbero economicamente insostenibili”.