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Non solo online, anche i negozi partecipano al Black Friday. Saranno infatti oltre 200mila le imprese del commercio di vicinato (il 29% del totale) che aderiranno alla giornata di promozioni.

A stimarlo è Confesercenti, sulla di base di un doppio sondaggio: il primo condotto sulle imprese associate, il secondo realizzato con IPSOS su un campione di consumatori.
Il Black Friday 2024. La giornata di promozioni, quest’anno, segna un’alta partecipazione di pubblico: l’86% degli italiani valuterà le offerte, il 44% ha addirittura già deciso cosa acquistare, per un budget medio di 235 euro a persona ed un giro di affari complessivo di circa 3,8 miliardi di euro, il 3% in più dello scorso anno.

È sconto-mania. La giornata di sconti si è ormai estesa a tutte le tipologie di attività, coinvolgendo anche il turismo, i servizi e persino la formazione. Si trovano offerte speciali su pacchetti viaggio, consulenze professionali, corsi di aggiornamento e persino su impianti dentali. Un vero e proprio delirio di promozioni che, se da un lato amplia le opportunità per i consumatori, dall’altro rende la competizione tra imprese, e tra on line e off line, sempre più serrata, imponendo strategie di marketing e pricing sempre più sofisticate per distinguersi in un mercato affollato. La tendenza è ormai quella di comprare solo con lo sconto.

I negozi della rete fisica. Nonostante la caratterizzazione ‘online’ dell’evento, tuttavia, parteciperanno anche oltre 200mila di negozi di vicinato. Ad aderire sarà poco meno di un negozio su tre (29%): il 12% solo per venerdì, mentre il 17% ha anticipato le promozioni. Si tratta di una quota in calo rispetto al 2023, quando la quota di negozi che partecipavano all’evento era del 34%.

L’opinione dei commercianti sul venerdì nero, infatti, è divisa. Chi aderisce al Black Friday lo fa soprattutto perché crede sia una buona occasione per aumentare le vendite (32%), perché ha avuto buoni riscontri in passato (23%) e soprattutto perché ritiene che sia desiderato dai consumatori (45%). Chi dice no alla giornata di sconti, lo fa soprattutto perché non sembra adatto alla propria attività (39% di chi non partecipa), ma c’è anche un 41% che ritiene che l’eccesso di promozioni sia controproducente per il settore. Circa un negozio su quattro praticherà sconti del 20%, il 15% dichiara che arriverà al 30%, il 35% dei punti vendita prevede invece sconti del 40%, ed infine il 10% arriverà fino al 50%.

“È vero, anche se la percentuale è in calo, i negozi di vicinato partecipano al Black Friday, ma non hanno la stessa possibilità di competere con gli investimenti dei giganti del web. Qui – segnala Confesercenti – è un far west, con vendite scontate, in contrasto con le norme attuali, e il pericolo di veri e propri abusi di posizione dominante. Bisogna rivedere le regole, magari già a partire dalla Legge annuale sulle PMI, perché il rischio per le attività di prossimità è enorme: il Black Friday si configura come un ulteriore saldo che va a prosciugare le vendite di Natale con un terzo dei regali che saranno acquistati in questi giorni. Questo acuisce la crisi della rete dei negozi, imprese che sono presidio sociale, economico e di sicurezza per il Paese e, come tali, vanno salvaguardate e sostenute”.