“Continua a tenere banco nella discussione cittadina la vicenda dell’accordo di programma Ast/Arvedi.
È questa la condizione di incertezza che vive la siderurgia italiana ed europea – dichiara l’assessore allo Sviluppo Economico Sergio Cardinali – che a fronte di mancate scelte rischia di produrre uno tsunami nel settore manifatturiero italiano. Più si attarda una scelta necessaria dei vertici di Bruxelles rispetto alla difesa necessaria del proprio patrimonio industriale, più si rischia di vedere una nuova geolocalizzazione del sistema produttivo senza la presenza dell’antico continente dal quale è partita la prima vera rivoluzione industriale. Questo resta il problema, tra costi energetici, materie prime e tecnologia, che si interseca la transizione ecologica in atto.
A Terni e in Umbria diventa sempre più evidente la difficoltà di tenere in equilibrio la produzione industriale e le criticità della filiera meccanica “del tubo” che vede crescere nuove difficoltà, che rischiano di produrre danni irreparabili in termini economici ed occupazionali.
Gli scioperi in atto da parte delle organizzazioni sindacali, le risposte a difesa delle scelte aziendali rese dalla proprietà Arvedi a tutela degli investimenti già effettuati, le sollecitazioni all’Europa da parte dell’Ad Caldonazzo, rischiano di creare le condizioni di una tempesta perfetta che si abbatterà sull’Umbria aprendo una fase estremamente delicata.
Il protagonismo e l’equilibrio istituzionale che gli enti locali devono mantenere in queste situazioni a salvaguardia degli interessi delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini, impone la necessità di un confronto serrato sul tema.
L’amministrazione comunale ha inviato, nei giorni scorsi, una richiesta urgente di incontro alla neo eletta governatrice Proietti, e per conoscenza alle organizzazioni sindacali e datoriali, per aprire un tavolo di confronto sul tema così da condividere un percorso a difesa del tessuto produttivo umbro.
È il tempo di mettere in campo soluzioni di politica industriale ed energetica che sappiano guardare agli interessi delle aziende umbre, dalle piccole alle medio-grandi, che rappresentano l’ossatura non sostituibile della nostra economia”.