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Da anni parliamo di cromo esavalente e di altri metalli pesanti nelle falde acquifere -non a uso potabile- sottostanti e circostanti le discariche Arvedi AST di Terni.

Questione negletta, ma di rilievo europeo, fatalmente sotto l’occhio delle Autorità, mentre la politica da sempre balbetta verso il totem intoccabile del dio-acciaio.

Tuttavia oggi emergono gravi notizie anche per le acque potabili di Terni e Narni, contaminate dai c.d. PFAS. 

‘Italia Nostra’ ha esaminato un recente report ufficiale ARPA Umbria, approfondendo poi la questione con alcuni esperti.

Ebbene, numerose Agenzie ambientali regionali, dal 2018, avevano avviato campionamenti dei PFAS nelle acque.

Si tratta di pericolose sostanze chimiche oncogeniche, utilizzate per pentole, vernici, schiume, tessuti, carta, etc., estesamente rilevate in precedenza nei corpi idrici del Veneto.

La stessa ARPA Umbria aveva così proceduto ad analisi nel periodo 2018-2022: i risultati sono clamorosi e sconvolgenti per lo stato delle acque potabili di Terni e Narni.

Come da tabella ARPA allegata, è infatti la sola Conca Ternana, sotto gestione S.I.I., a essere toccata massivamente dall’inquinamento sistematico dei propri pozzi, con il 60% delle stazioni di monitoraggio interessate dal fenomeno e addirittura il 72% dei campioni ‘positivi’, cioè contaminati da PFAS.

Altrove, in Umbria, campioni totalmente ‘puliti’ per Umbria Acque e due sole contaminazioni per la VUS tra Gubbio e Bastia Umbra.

Ai fini del bioaccumulo, per i residenti di Terni-Narni occorre anche osservare come i pozzi locali registrino generalmente la presenza non di una, ma di plurime sostanze chimiche associate ai PFAS (fino a cinque diverse), vicenda che rende ancor più inquietante l’intero fenomeno.

Bene inoltre sapere che, mentre l’Europa ha stabilito una concentrazione massima di 0,1-0,5 microgrammi/litro (quale somma di PFAS e PFAS totale), queste sostanze restano pericolose a qualsiasi soglia, ragion per cui sarebbe necessaria la loro completa eliminazione dalle acque potabili.

Sono svariate decine di migliaia i cittadini ternani e narnesi potenzialmente interessati dalla contaminazione da PFAS delle acque potabili, vicenda finora sconosciuta. Infatti, per quanto il report ARPA Umbria sia recuperabile on line, nessuno ne ha mai divulgato gli inimmaginabili contenuti, con la popolazione del tutto ignara di cosa stia bevendo.

Cosa fare adesso?
Intanto capire come intendano agire Regione Umbria, ASL 2, Provincia di Terni, Comuni di Terni e Narni, auspicando che la stessa ARPA Umbria stia procedendo con nuovi campionamenti a tappeto anche presso fontanelle pubbliche, parchi giochi, punti di prelievo privati, etc., informando senza indugi le comunità locali.
L’accesso ad acque potabili pulite, sicure e igieniche è un diritto umano essenziale, riconosciuto in sede ONU.

La speranza è che la politica sia meno balbuziente e più determinata contro gli inquinatori (qui in parte determinata contro gli inquinatori (qui in parte ignoti), in attesa che il gestore del servizio idrico proceda a immediate bonifiche -quelle stesse che, nel S.I.N. ‘Terni-Papigno’, non partono da 25 anni.

‘Italia Nostra’, nel presentare nuove e puntuali denunce alla Magistratura, comunicherà notizie ambientali di pari importanza nei prossimi giorni
Andrea Liberati -‘Italia Nostra’ Terni