“Il SAPPE ha preso atto del plauso generalizzato al personale di Polizia Penitenziaria della casa di Reclusione di Spoleto, che seppur in grave sofferenza a causa della grave carenza di organico, è riuscito con due distinte operazioni, tese a contrastare l’introduzione nell’istituto di pena di oggetti illeciti, a rinvenire e sequestrare telefoni cellulari in disponibilità a due detenuti ristretti per reati di mafia”, lo dichiara Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “E, pur tuttavia, si trova oggi a dover stigmatizzare i provvedimenti anzi la “mancanza” di provvedimenti a carico dei soggetti resisi responsabili dei reati appena descritti. Difatti a carico di questi detenuti, nonostante la gravità delle azioni, non è stato assunto alcun provvedimento. Eppure, ricordiamo che si tratta di soggetti appartenenti ad associazioni criminali di carattere mafioso e potenzialmente in grado di veicolare “messaggi” criminali all’esterno del carcere”. “Ciò non di meno”, prosegue, “sembrerebbe che il DAP non ha autorizzato l’iter disciplinare per l’applicazione del regime di “sorveglianza particolare”, ex 14 bis dell’Ordinamento penitenziario, ne ha tantomeno disposto il trasferimento in altri penitenziari per uno dei due detenuti senza prendere finora (semmai dovesse farlo) alcun provvedimento, così come previsto da esplicite circolari emesse dal DAP stesso. Inutile sottolineare l’effetto dirompente e destabilizzante che la politica di impunità ingenera nella popolazione detenuta. Ciò che meraviglia, e, permetteteci, indigna di queste prese di posizione, immobiliste dell’amministrazione penitenziaria è l’aura di ipocrisia che le circonda”.
Per il SAPPE, infatti, “l’Amministrazione centrale, che chiede sempre più sforzi ad un personale oramai allo stremo, un personale come quello di Spoleto che, con un a media di 50 anni di età e 30 anni di servizio, questa estate potrà fare al massimo 9 (dicasi nove) giorni di ferie, a “parole” (vedasi innumerevoli circolari) invita immediatamente a sanzionare e segnalare quei detenuti che si rendono responsabili di episodi simili poi, nei fatti e di fronte alle responsabilità, si comporta come Ponzio Pilato. Sono scelte, incomprensibili, che rendono questa un’amministrazione matrigna dinanzi agli occhi oramai stanchi del personale. Scelte demotivanti che, grazie a Dio, non vengono colte dal personale, ma che viceversa vengono inevitabilmente interpretate dai detenuti come una chiara politica di impunità verso qualsivoglia condotta illecita”.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Spoleto arriva da Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Spoleto e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del DAP e del Provveditorato regionale penitenziario di Firenze, da cui dipende l’Umbria, intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”. “È inaccettabile lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia, tra aggressioni, rivolte ed altri eventi critici: sono troppe e tutte inaccettabili le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria, troppo pochi i poliziotti in servizio (la scopertura dell’organico della Polizia penitenziaria è pari al 16%: su 42.850 unità gli agenti presenti in servizio sono 35.717)”, prosegue ancora il leader nazionale del SAPPE. “Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Nelle carceri della Nazione serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci. E servono con urgenza quelle riforme più volte chieste dal SAPPE ma che, incredibilmente, il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che ha una delega ad hoc per la gestione dei detenuti, continua a non assumere ed ignorare”. “Nel frattempo”, conclude Capece, “in questo scenario da guerriglia urbana, i poliziotti penitenziari continuano a prendere calci, sputi e mazzate nelle carceri italiane, con buona pace del sottosegretario delegato Ostellari, protagonista solo di passerelle alle feste del Corpo regionali di Padova e Milano. E se anche il Ministro Guardasigilli Nordio ignorerà questo appello, il SAPPE non esiterà a portare in piazza sotto il dicastero della Giustizia tutto il dissenso e il malumore dei poliziotti penitenziari italiani”.