L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso l’interrogazione a risposta immediata sugli “Intendimenti della Giunta sul nuovo ospedale di Terni”, presentata da Fabio Paparelli (Pd) e Thomas De Luca (M5S).
Paparelli ha chiesto alla Giunta di spiegare “in base a quali presupposti finanziari e di qualità dei servizi è stata fatta la scelta di valutare per la seconda volta un ulteriore project e di affidarne l’esame all’assessorato ai lavori pubblici anziché a quello competente della sanità; se non ritenga utile e necessario rivedere la propria posizione sul sito del nuovo ospedale di Terni, abbandonando il project financing con soldi privati e utilizzando il fondo Inail di oltre 40 miliardi di euro, al pari di quanto avvenuto con gli altri ospedali della Regione, al fine di costruire una ingegneria finanziaria pubblica che assicuri nel tempo la qualità dei servizi erogati; quali sarebbero i criteri e presupposti con cui si sceglie di valutare la costruzione dell’ospedale nuovo sul medesimo sito dell’esistente, considerato gli innumerevoli disservizi che si verranno a creare, e le tempistiche per il raggiungimento dello stesso, causa traffico, viabilità e lontananza dall’aviosuperficie; quali investimenti intende realizzare nel periodo transitorio per recuperare la competitività persa del Santa Maria, a partire dalla possibilità di un diverso utilizzo della ex Milizia”.
Nell’illustrazione dell’atto ispettivo, Paparelli ha sottolineato che “risulta necessario fare chiarezza sulla situazione che riguarda il nuovo ospedale di Terni in quanto inizia ad assumere contorni controversi e, per certi versi, opachi: Da quello che si apprende, l’attuale Giunta regionale intenderebbe realizzare un nuovo ospedale sul sito attuale, attraverso un project financing e quindi con l’apporto di fondi privati, caso unico nella storia degli altri ospedali pubblici della regione. I cittadini ternani e dell’Umbria del sud non sono cittadini di serie B e meritano la programmazione di un nuovo ospedale con fondi interamente pubblici, a garanzia della universalità e qualità dei servizi erogati in modo costante nel tempo. Come riportato recentemente dai più importanti organi di informazione, l’Inail ha una capienza di oltre 40 miliardi di euro di fondo non spesi e che non sa come spendere, da cui attingere i fondi sufficienti ad intervenire contestualmente sia sulla costruzione del nuovo ospedale di Terni che su quello complementare di Narni e Amelia, ad oggi in situazione di stallo: La Giunta regionale ha deciso di affidare la valutazione del project ternano all’Assessore alla viabilità e ai trasporti, bypassando di netto le competenze del collega della Sanità che ha già dato prova in passato, nella sua regione di provenienza, di ritenere controproducente dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi erogati, l’utilizzo di project con l’ingresso di fondi privati per la realizzazione di nuovi ospedali, sin dal 2014 in relazione all’ospedale di Padova, ed anche il precedente project è stato rigettato dal gruppo di esperti dell’Azienda ospedaliera Santa Maria, nominati ad hoc per valutare il project a suo tempo presentato. La Direzione sanità della Regione Umbria aveva correttamente espresso parere negativo sull’ingegneria finanziaria e sulle procedure del progetto Stadio-Clinica, in quanto nessuna struttura sanitaria può essere convenzionata senza il rispetto delle procedure della Legge 502/92. Rimane incomprensibile ed ostinata volontà di realizzare questo nuovo presidio sanitario sulla stessa area dell’attuale, che trova da parte degli stessi operatori sanitari grande contrarietà in quanto dovrebbe, per il bene della comunità, sorgere in un’area libera dal traffico e ben collegata alle grandi vie di comunicazione; l’impossibilità strutturale di realizzare il nuovo ospedale sul sito attuale, anacronistico e non idoneo sotto molteplici punti di vista. Va evidenziato che la Giunta regionale paga quasi un milione di euro di affitto all’anno per mantenere gli uffici della Asl in via Bramante, quando sarebbe possibile portarli, insieme ad una nuova casa della Salute, al Santa Maria, una volta realizzato altrove il nuovo ospedale in un’altra sede, con notevoli risparmi per la finanza pubblica. Tale nuova disposizione porterebbe ad un risparmio notevole di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate a beneficio delle nuove strutture sanitarie. Si discute del nuovo ospedale che non è ancora presente negli atti di programmazione e per il quale occorrerà oltre un decennio, nella migliore delle ipotesi, per metterlo in funzione. È necessario intervenire nel frattempo sull’attuale presidio per renderlo idoneo e competitivo come in passato, visto che è passato dall’ottavo al 107esimo posto nelle classifiche nazionali. L’emblema del fallimento della sanità pubblica a Terni è rappresentato dall’utilizzo a scopo ricettivo della ex milizia con conseguente abbandono dei temi della ricerca e della possibilità di utilizzare tale struttura per le concrete esigenze del Santa Maria”.
La presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei ha risposto che: “gli intendimenti di questa Giunta sulla necessità e la volontà di costruire un nuovo ospedale a Terni sono evidenti e trasfusi in atti. A Terni abbiamo trovato l’ospedale più vecchio dell’Umbria. Nei lunghi anni dei precedenti governi si sono edificati nuovi ospedali in Umbria, ma non si è mai pensato ad edificare il nuovo ospedale di Terni. Per quello di Terni non c’era neanche un progetto, nessun finanziamento pubblico, né stanziato, né immaginato. Questa Giunta ha prima riprogettato l’ospedale di Narni-Amelia, poi lo abbiamo finanziato attraverso il Dpcm (Governo Draghi) a valere sui fondi Inail; poi si sta portando all’appalto dei lavori da parte di Inail, il tutto per non disperdere denaro pubblico precedentemente speso e per creare un ospedale che possa fungere da succursale per la lunga degenza e comunque che possa operare in sintonia ed in stretta sinergia con l’ospedale di Terni. In questo processo abbiamo costruito un quadro esigenziale del nuovo ospedale di Terni ed abbiamo varato un piano regionale che lo porta a 562 posti letto. Nell’ambito dello sviluppo della progettualità abbiamo attuato e programmato interventi sull’attuale ospedale per 52,4 milioni di euro, risorse indispensabili per far funzionare al meglio la struttura, trovata al collasso, come l’ha lasciata chi ci ha preceduto. Queste risorse possono essere valorizzate anche per il futuro: miglioramento sismico, antincendio, ristrutturazione pronto soccorso, endoscopia unica, unità farmaci antiplastici, ristrutturazione della pediatria, piazzola per l’elisoccorso. Abbiamo poi appostato 116 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Terni, risorse che restano disponibili per tutte le alternative progettuali, per le quali restiamo assolutamente aperti. Le precondizioni, però, quelle di avere denaro sufficiente, un terreno adeguato, un progetto, oltre alla valutazione delle tempistiche che non rappresentano una variabile indipendente. Un nuovo ospedale da circa 300 milioni di euro comporta la necessità di predisporre un progetto, il cui costo, sempre con risorse pubbliche da trovare, si aggira sui 30 milioni di euro. Per questo le alternative restano due: la valutazione del project financing che è arrivato e a cui siamo tenuti per legge a fare la disamina e dare risposte; la seconda ipotesi è tentare il percorso Inail che vuol dire non poter realizzare il nuovo ospedale nell’attuale sito. L’altro tema che ci dobbiamo porre è come valorizzare l’attuale sito, affrontando i lavori di demolizione, di riqualificazione, investendo ulteriori risorse pubbliche in progettualità ed opere e cambiando il profilo della città. L’unica cosa che dobbiamo evitare e che si ripeta un’azione ‘Monteluce bis’, cioè uno scempio. Bisogna poi individuare se c’è a Terni un terreno pronto all’uso, da acquistare, per sviluppare lì una progettualità per la quale necessario trovare circa 30 milioni di euro. Voglio sottolineare che ogni scelta deve scaturire da un’attenta valutazione di tutte le situazioni. Solo a questo punto (disponibilità del terreno, del progetto, con le relative risorse necessarie per realizzarlo) si potrebbe proporre ad Inail di intervenire acquisendo il terreno e finanziare l’ospedale da circa 300 milioni di euro che comporta il pagamento dei relativi interessi. A valle di tutto ciò occorre attendere il Dpcm per il finanziamento ed arrivare all’appalto dei lavori. Bisogna dire ai cittadini umbri e ternani in particolar modo quali sono i tempi delle procedure e quali sono le esigenze di un ospedale come quello di Terni che è il più vecchio di tutta la rete ospedaliera regionale e che deve invece assolvere a ruoli di grande rilevanza. Rispetto alla valutazione del project, ricordo che per le normative attuali, l’operatore economico privato è libero di proporre alle pubbliche amministrazioni la realizzazione in concessione di lavori o servizi. L’Ente concedente ha 90 giorni per valutarne la fattibilità. Rispetto alla scelta di affidare la valutazione del project alla Direzione del Governo del territorio rimando a quanto contenuto in una specifica Dgr 137 dello scorso 21 febbraio, anche con particolare riferimento al fatto che l’ufficio tecnico dell’Azienda ospedaliera di Terni non è stazione appaltante qualificata per certi importi e comunque non ha internamente un pool interdisciplinare di tecnici in grado di esaminare un’opera così complessa. Con determinazione direttoriale dello scorso 4 marzo è stato costituito il gruppo di lavoro che avrà il compito di esaminare la fattibilità del project ed è costituito da sei dirigenti pubblici di cui uno nominato dall’Azienda ospedaliera ed uno ciascuno dalle cinque direzioni regionali. In merito alla scelta del sito, dove costruire il nuovo ospedale, la Giunta regionale con propria Dgr dello scorso 8 novembre 2023 ha chiesto alla direzione governo del territorio di redigere il documento di fattibilità delle alternative progettuali che tengano conto, in modo assolutamente oggettivo e certo di tutte le ipotesi contemplate. Noi siamo aperti a tutte le situazioni. Oggi abbiamo il dovere di esaminare il project presentato e portare a termine la disamina esclusivamente secondo le norme di legge in materia”.
Paparelli, nella replica, ha detto che “quando parliamo di atti di programmazione parliamo di piano sanitario non ancora approvato dove comunque non mi risulta esserci il nuovo ospedale di Terni, che rappresenta un’esigenza che non nasce oggi, ma che dopo il covid e soprattutto per la gestione del covid, si è resa ancor più necessaria ed evidente. Ad oggi avete perso oltre tre anni di tempo dietro ad un project che è stato già bocciato, sono passati quattro anni e mezzo dal vostro insediamento e l’annunciato piano sanitario non è mai stato fatto. E nemmeno oggi non esiste alcun progetto, visto che si sta esaminando solo qualche progetto privato. Il piano regionale di adeguamento della rete ospedaliera è fuffa poiché si tratta soltanto di un aggiornamento di quello fatto da noi nel 2016, con l’aggiunta del terzo polo. Dei 50 milioni di risorse di cui parla, 40 erano già stati stanziati e ci domandiamo perché non sono stati spesi in questi anni. È importante aprire una discussione con la città, piuttosto che con qualche imprenditore e tecnico. È importante ascoltare la città. Se la strada che si imbocca è una strada decisa non ci sono lungaggini da questo punto di vista. Rispetto all’utilizzo del Santa Maria noi abbiamo fatto la proposta: spostare la Asl di Via Bramante al Santa Maria consente un utilizzo migliore. Ad oggi abbiamo sette consulenti, pagati profumatamente, per esaminare un project”.