Confesercenti Umbria insieme a tutte le sue rappresentnze territoriali e categoriali esprime la propria solidarietà agli agricoltori condividendone le principali ragioni delle proteste che in queste settimane hanno visto scendere in piazza migliaia di agricoltori in Italia ed in molti altri paesi europei. La protesta sta portando all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni le criticità di un sistema economico e produttivo difficilmente sostenibile nonostante il forte ruolo svolto in questi decenni dalle Associazioni di rappresentanza.
Le politiche troppo liberiste hanno troppo spesso spostato ricchezza dai produttori ad una filiera fatta di grandi multinazionali colpendo spesso gli stessi cittadini, basta vedere gli esorbitanti aumenti dei prezzi al consumatore di questi mesi, senza nessuna ricaduta positiva per chi la merce la produce nei campi.
C’è una catena che unisce il mondo dell’agricoltura a quello del commercio, ed è la filiera che dalla produzione arriva alle tavole, passando per i canali di distribuzione e di vendita: è chiaro, dunque, che i destini di chi lavora la terra e della rete del commercio diffuso più in generale, sono strettamente connessi ed entrambi minacciati dal contesto macroeconomico determinato dalle multinazionali della distribuzione e dalle politiche normative europee».
La messa in discussione di alcuni aspetti della politica comunitaria che da una parte impone ai produttori dell’Unione Europea l’osservanza di regole stringenti e sempre più rigorose ma, dall’altra, spalanca le porte all’importazione di prodotti originari di paesi che non devono sottostare agli stessi standard di sicurezza e tutela sul lavoro e di eccellenza, non è determinata dalla mancanza di volontà degli agricoltori di non portare il loro contributo all’ambiente ma dall’evidente dualismo applicato. Un dualismo che permette di importare in Italia ed in Europa prodotti alimentari che non hanno un sistema di reciprocità nell’uso di prodotti ritenuti dannosi per l’ambiente.
Ribadiamo dunque la nostra vicinanza agli agricoltori anche a fronte di una minaccia mortale per il made in Italy: dal cibo alla moda, dalle professioni all’artigianato.
Ricordiamo che Fiesa-Confesercenti nazionale ha patrocinato e sostenuto la legge per contrastare le vendite al continuo ribasso: non tutti capirono il senso di quella battaglia che era una battaglia di civiltà. È ora di riap lorire quel dossier e riformare la legge in senso più ampio e più rigoroso. Servono nuove regole pienamente rispettose dei valori di civiltà, qualità e benessere. Questo meritano i cittadini europei.