La vicenda delle dimissioni di Bandecchi sembrava un colpo di testa ma diventa ogni ora piu inquietante. Anche volendo sorvolare, ed è davvero difficile, sulle dichiarazioni deliranti in cui afferma di voler diventare Duce e Presidente del Consiglio, rimangono alcuni punti oscuri su cui chiediamo al sindaco dimissionario Bandecchi e al Ministero dell’Interno di fare chiarezza per permettere ai cittadini di comprendere davvero cosa stia accadendo.
Lo afferma Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra.
La prima questione riguarda l’incompatibilità tra la carica di sindaco e le funzioni svolte – prosegue la parlamentare rossoverde umbra – da Bandecchi in alcune imprese. Su questo punto esiste un parere che il Capodipartimento Sgaraglia del Ministero dell’Interno ha inviato nell’agosto dell’anno scorso alla prefettura di Terni in cui si afferma che la permanenza sullo scranno di sindaco da parte di Bandecchi sarebbe incompatibile con due diverse altre cariche: quella di Amministratore unico della Società delle Scienze Umane
S.r.l., che ha come oggetto sociale la gestione della citata Università Unicusano (come risulta dallo Statuto), a sua volta proprietaria al 100% della Ternana Calcio S.p.A. (come risulta dalle visure camerali); e quella di Socio unico e Amministratore della PING PONG s.r.l., a sua volta, proprietaria della “Società delle Scienze Umane S.r.l.”, soggetto preposto alla gestione della predetta Università.
È importante sottolineare come a quanto risulta dalle visure camerali il Sig. Bandecchi ricopre ancora ad oggi entrambe le cariche.
Eppure proprio ieri, come riportato dall’agenzia Ansa, il prefetto Bruno di Terni ha affermato che “allo stato, non risultano profili di incompatibilità, visto che le questioni pendenti sono state sanate, ad esempio con la cessione della Ternana Calcio” aggiungendo che “se la gestione del palasport possa rappresentare un elemento di incompatibilità, lo si vedrà solo nel momento in cui la gestione dell’impianto dovesse essere in capo al sindaco”.
Pare quindi necessario che il Ministero dell’Interno faccia chiarezza sull’incompatibilità di Bandecchi e sul perché né il Ministero né il prefetto siano intervenuti per intimare la rimozione delle cause di incompatibilità dopo il parere del Capodipartimento Garaglia.
La seconda questione su cui manca chiarezza riguarda le ragioni delle dimissioni, considerato che la lettera ufficiale non ne riporta alcuna.
Il sindaco dimissionario ha fatto diverse affermazioni in queste ore in merito: ha prima affermato che le ragioni sono politiche ma senza spiegarle, poi ha in mattinata ha affermato che non avrebbe voluto dimettersi ma ha dovuto perché ha fatto delle promesse ai ternani e non è più in condizione di mantenerle; nel frattempo il suo vice-sindaco Riccardo Corridore ha affermato che “il sindaco deve aver pensato che è venuta meno la politica del noi – quella – in cui le aspettative personali e le proprie ambizioni dovevano essere sacrificate sull’altare degli interessi generali della comunità”; inoltre ieri sera il sito di informazione umbro Umbria7 ha riportato senza essere smentito che “Le dimissioni sarebbero state precedute da uno scontro all’interno della segreteria nazionale di Alternativa popolare. In particolare ci sarebbero state divergenze tra Bandecchi e il presidente nazionale Paolo Alli. Uno scontro che avrebbe visto anche la partecipazione di Angelino Alfano, un altro dei fondatori di Ap.”
A questo punto è necessario che Bandecchi spieghi: è stato ricattato da qualcuno della sua maggioranza o del suo partito che voleva condizionarne le decisioni per avere vantaggi personali?
La terza questione riguarda la candidatura alle elezioni europee perché a norma di legge la carica di Sindaco è incompatibile con quella di Parlamentare Europeo, ma un Sindaco non è incandibabile. Questo vuol dire che Bandecchi avrebbe potuto candidarsi e poi, se eletto, scegliere di dimettersi. Perché ha preferito gettare il Comune di Terni nel caos dando repetinamente delle dimissioni di cui pare non fosse informata nemmeno la Giunta Comunale?
L’ultima questione riguarda la vicenda del cosiddetto emendamento ‘Bandecchi’ al milleproroghe, relativo agli obblighi delle università telematiche, su cui la Ministra Bernini ha dato parere contrario con grande disappunto dei deputati Fdi e Lega che proprio ieri lo hanno ritirato. Colpisce per questo che stamattina, come riporta l’agenzia Dire, Bandecchi abbia affermato “Meloni non è che mi ha ‘solo’ deluso, molto di più… Lunedì infatti tirerò fuori un emendamento e le farò capire come si è scordata di ciò che aveva detto avrebbe fatto.”
Di quale emendamento parla Bandecchi? È un’allusione all’emendamento al milleproroghe sulle università telematiche e ad eventuali rassicurazioni ricevute in merito?
C’entra qualcosa con i 470mila euro che tra il 2019 al 2022 – secondo la testata d’informazione online Fanpage – le società di Stefano Bandecchi hanno utilizzato per sostenere partiti e uomini politici vicini al loro fondatore?
Non lo sappiamo con certezza e proprio per questa ragione chiediamo risposte, chiarezza e trasparenza assolute
On. Elisabetta Piccolotti – Alleanza Verdi Sinistra