Si è concluso oggi il primo congresso programmatico di Alternativa Popolare, iniziato sabato. A inaugurare i due giorni il presidente Paolo Alli che, dopo un passaggio sul Giorno della Memoria, si sofferma sull’identità del partito: «La memoria non riguarda il passato, ma la tutela della nostra democrazia in un tempo complesso, con due guerre alle porte d’Europa e il ritorno di autocrazie e totalitarismi. Il 2024 sarà un anno elettorale difficile, che porterà al voto 2 miliardi di elettori in 76 paesi: siamo un partito nuovo, siamo diversi da chi non sa offrire alternative alle persone. Siamo popolari nel nome e nel leader, Stefano Bandecchi, uomo del popolo e alternativo». «L’Italia che abbiamo sognato è l’Italia che vi daremo», lo slogan dell’evento, perché, spiega Alli «tra il sogno e la realtà che costruiremo non c’è differenza».
Parole rafforzate dal segretario Stefano Bandecchi, che aggiunge: «Sentiamo spesso dire che le cose vanno male perché l’Europa ci impone cosa fare. Dimentichiamo però che l’Italia è il terzo paese per numero di parlamentari in Europa. L’Italia è importante e l’Europa ancora di più. Il problema è che i partiti che abbiamo votato in Europa lo hanno dimenticato. Ecco perché siamo qui oggi, ecco perché esiste Alternativa Popolare».
Alli, nella giornata conclusiva di domenica, osservando la grande partecipazione, parla di «scommessa riuscita». «Sette mesi fa nessuno avrebbe creduto che avremmo potuto organizzare un Congresso Programmatico con oltre 3000 presenze. Da qui alle prossime elezioni possiamo fare molto e lo stiamo dimostrando».
In conclusione, significative le parole di Bandecchi, che in merito alla presenza di quote rosa nel partito, sottolinea: «Non si tratta di quote per noi, ma della intelligenza viva di partito, protagoniste e soggetti politici per quello che sono, non in base a quote e burocrazia varia. AP è una realtà liberale che mette al centro le persone: sempre».