L’edizione del trentesimo anno ricalca la ormai consueta e ben definita formula di Umbria Jazz Winter, riproponendo location e orari nella loro articolazione più estensiva e completa.
Si comincia dunque alle 11.30 con la Street parade dei Funk Off e si finisce alle ore piccole. Una non stop di musica in cui è possibile disegnare il proprio personale itinerario, anche grazie al fatto che quasi tutti gli artisti sono residenti.
Le location, tutte nel cuore del centro storico, sono il teatro Mancinelli, la Sala dei 400 e la Sala Expo del Palazzo del Capitano del popolo, il Palazzo dei sette, il Museo Emilio Greco. A queste bisogna aggiungere un’altra “location” tutta particolare, ovvero le vie del centro, scenario delle parate dei Funk Off. Il Duomo ospiterà i canti religiosi del coro Gospel il pomeriggio di Capodanno, Giornata Mondiale della Pace.
I cenoni per festeggiare l’arrivo del nuovo anno con tanta buona musica dal vivo si terranno nel Palazzo dei Sette – Meeting Point Bistro e nella Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo. Qui saranno anche i Jazz Lunch e Jazz Dinner, per chi vorrà coniugare la musica con la buona cucina orvietana.
Nel Palazzo dei Sette va in scena musica no-stop dall’ora di pranzo fino a notte.
Come tradizione il primo concerto alle 16 alla Sala dei 400 con Kaleidoscope Quartet, vincitori del Conad Contest di quest’anno, svoltosi a Perugia durante l’edizione estiva e il Berklee/Umbria Jazz Clinics Award Group, band formata dai migliori allievi dei corsi della rinomata scuola di Boston.
Alle 17.30 l’annullo del francobollo con il manifesto ufficiale del festival, al foyer del Teatro Mancinelli.
Alle 18 la prima street parade dei Funk Off, con partenza da Piazza del Popolo.
Alle 19 apre il Palazzo dei Sette, in programma: Filippo Bianchini & Luca Mannutza, Sticky Bones, Nick the Nightfly e il quintetto guidato da Piero Odorici che omaggia Dexter Gordon.
Alle 20.30 Jazz dinner alla Sala Expo con Lovesick e Ray Gelato.
Infine alle 21 al Teatro Mancinelli Il trio di Alessandro Lanzoni, con Francesco Cafiso, e il sestetto di Cecile McLorin Salvant