Tre prime assolute di tre compositori italiani di oggi e un ricordo di due grandi compositori italiani del recente passato, che si ricollegano tutti a loro modo a Rossini, come è nello spirito del festival 2023 di OperaInCanto, intitolato “Rossiniana”: questo è in sintesi il programma del concerto di giovedì 5 ottobre alle 21.00 al Teatro Secci, con una anteprima la mattina alle 10.30 per le scuole.
Ad aprire e chiudere il concerto saranno due brani di Bruno Maderna, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario della precoce scomparsa. Negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento fu uno dei più geniali, originali e influenti rappresentanti a livello mondiale dell’avanguardia musicale. Spirito avventuroso e irrequieto, unì le ricerche dell’avanguardia al lirismo, come accade nel suo lavoro più celebre, che fin dal titolo unisce questi due aspetti apparentemente inconciliabili: è la Serenata per un satellite del 1969, eseguita ad apertura del concerto. E per concludere un’altra composizione di Maderna, Venetian journal, che mescola testi in veneziano, inglese, francese e italiano, così come la musica mescola la famosissima canzone Biondina in gondoleta a citazioni di Mozart e altri musicisti del Settecento.
Verrà ricordato ad un anno dalla scomparsa anche un altro compositore degli scorsi decenni, Azio Corghi, che amava contaminare la musica moderna e quella del passato, come avviene nella sua divertente rielaborazione per violino del Petit caprice di Rossini, che a sua volta volle qui rifarsi allo stile di Offenbach, autore di operette ancora oggi irresistibilmente comiche.
Al centro del concerto stanno tre prime assolute di brani di compositori moderni, a cui OperaInCanto ha proposto di fare riferimento a Rossini, ognuno a suo modo. In Musique anodine 23 Daniele Carnini ricalca Musique anodine, una raccolta consistente in un preludio e sei ariette, tutte sul medesimo testo, che Rossini dedicò alla sua seconda moglie. Anche Carnini ha composto sei piccoli brani tutti su uno stesso testo, ma diverso da quello scelto da Rossini: è un madrigale del secentesco Giovanni Battista Marino, che descrive una statua dell’eroe-musicista greco, Anfione. “Tra le allusioni a Rossini – scrive Carnini – si contano anche un’arietta su una nota e un’altra su tre note; ma l’omaggio non è mai letterale né vuol essere rivisitazione nostalgica”.
Rossini Journal di Fabrizio De Rossi Re è un omaggio divertente (e irriverente) a due grandi compositori di diverse epoche, ovvero Gioachino Rossini e Bruno Maderna. Parte da alcuni frammenti dell’opera L’Italiana in Algeri di Rossini, che vengono rielaborati e costituiscono il filo rosso dell’intera composizione, e contiene anche riferimenti al Venetian Journal di Maderna: inoltre, come in molte composizioni di Maderna, il direttore può decidere liberamente la successione delle varie parti di questo brano.
Il brano di Roberta Vacca è ooORrr, il cui titolo è “costruito – come spiega la compositrice – in forma speculare, usando la prima sillaba del cognome di Rossini, uguale alla prima sillaba del mio nome”. È formato da “sette sezioni di varie-azioni, intorno ad un tema nazional popolare noto a tutti, in unione ad un brano di un compositore altrettanto conosciuto come Rossini, per dar vita ad una composizione che gioca su una boutade (in senso musicale) spesso vorticosa, che solo al centro trova un suo attimo di riposo”.
Le esecuzioni sono affidate ad un gruppo di eccellenti musicisti: il direttore Fabio Maestri, i solisti Vincenzo Bolognese (violino) e Carlo Putelli (tenore) e i quindici strumentisti dell’Ensemble In Canto. Il progetto visuale è di Carlo Fiorini.
Il festival è realizzato con il contributo di Ministero della Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Amelia, Regione Umbria, Comune di Terni, Comune di San Gemini, Rotary Club Terni e 50&Più Terni. Con il patrocinio di Comune di Amelia e SIAE.